Maria Latella, Corriere della Sera 13/11/2005, 13 novembre 2005
Mastella: "Vergine fino a 28 anni. Aspettare è bello" ROMA - "Massì, pure qui, a Brescia, tutti a chiedermi: "Ma davvero hai fatto l’amore per la prima volta a 28 anni?"
Mastella: "Vergine fino a 28 anni. Aspettare è bello" ROMA - "Massì, pure qui, a Brescia, tutti a chiedermi: "Ma davvero hai fatto l’amore per la prima volta a 28 anni?". In un Paese in cui principi sessantenni rivelano paternità illegittime avendo accanto la legittima moglie e conduttori tv si fanno fotografare con il loro nuovo fidanzato, Clemente Mastella ha fatto coming out a modo suo, alla ceppalonese, e, ospite delle "Invasioni barbariche" di Daria Bignardi, ha rivelato di essere arrivato vergine al matrimonio. "Avrei anche evitato di dirlo, ma è capitato... Sono cresciuto in provincia e allora, per un bravo cattolico, era così". Non che il giovane Clemente non subisse, come sant’Agostino, il peso della tentazione: "Ma non mi sono mai spinto oltre il bacio casto". Anche quando, ormai diciottenne, nelle feste da ballo casalinghe, le ragazze lo invitavano a farsi sotto con i lenti e c’erano le canzoni di Peppino di Capri a soffiare sul fuoco: "Lei non deve pensare a me come sono adesso. Allora, diciamolo, non ero male e le mie compagne di scuola quasi si divertivano a mettermi in imbarazzo". Lui, niente. Inscalfibile: "Mai mi sono azzardato, ballando, a mettere una mano sul di dietro. Pure mia madre, a un certo punto, s’è posta il problema e per capire, come si diceva dalle mie parti, se il figlio era "buono", continuava a chiedermi: ma la figlia di questo ti piace? E che pensi della figlia di quell’altro? Io le gambe delle ragazze in minigonna le guardavo, come no. Ma mi sentivo legato alla scelta che avevo fatto, da cattolico". Provò pure a catechizzare un gay, il primo incontrato ufficialmente nella sua vita: "Avevo 18 anni e dopo la maturità avevo ottenuto di fare un piccolo viaggio, in treno, fino al lago di Como. A una stazione sale un controllore, giovane, un bell’uomo. Dopo un po’ che chiacchieriamo comincio a capire: ero di paese, ma non cretino. "Quando incontro un tipo come lei, sono perduto", mi disse. "Datti pace" gli risposi, e cominciai a spiegargli che venivo da un paese del sud, a parlargli della mia fede. "Beato lei che ce l’ha", diceva lui. Quando scendemmo, quasi piangeva". D’altra parte, la vita di Ceppaloni scorreva attorno a principi radicati e inattaccabili:"Non ero mica un eroe. Più o meno, ci credevamo tutti, anche le ragazze che sembravano più civettuole sono arrivate vergini al matrimonio. In più, io nella mia comunità ero visto un poco come un leader, mi chiedevano consigli, insegnavo catechismo e ai ragazzi predicavo che bisognava saper aspettare. Tempo dopo, scherzando, tanti compaesani me l’hanno rimproverato: "Che cosa ci hai fatto perdere, Clemè, per tutti quegli anni"". Ma Mastella non s’è mai pentito: "Non rimpiango quella scelta. Così come, oggi, sono fiero della mia giovinezza provinciale. Prima arrossivo, ora lo dico con orgoglio che sono di Ceppaloni. So che non potrei chiedere ai miei figli di essere quello che sono stato io, oggi le condizioni sono diverse, il sesso ti bombarda dalla tv e dai manifesti per strada. Però a un ventenne consiglierei di non sciupare il senso dell’attesa. Sono convinto che essere stato capace di arrivare vergine al matrimonio mi abbia temprato. Anche per la politica, certo". La politica, già, quella roba che tutto contamina con il suo cinismo, che insegna l’opportunità del tradimento. Tradire si può: dal proprio leader alla propria moglie. "Non lo nego, qualche tentazione può esserci stata, ma mai ho pensato di divorziare da Sandra. Le donne questo lo capiscono subito, capiscono se, oltre una storia, può esserci qualcosa di più. Per questo, credo, molte con me non ci hanno mai neppure provato". Maria Latella