Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 05 Sabato calendario

La maledizione di tzi: un altro morto, è il settimo. Corriere della Sera 05/11/2005. La maledizione di tzi colpisce ancora

La maledizione di tzi: un altro morto, è il settimo. Corriere della Sera 05/11/2005. La maledizione di tzi colpisce ancora. Siamo a sette. Ieri è morto un altro degli studiosi che ha avuto tra le mani la mummia del Similaun. Tom Loy, archeologo molecolare statunitense trapiantato in Australia, è stato stroncato dalla leucemia due settimane dopo aver consegnato all’editore il manoscritto di un libro dedicato a tzi. Dopo aver studiato il dna della mummia, nel suo libro lo scienziato prospettava nuove teorie sulla fine dell’uomo più studiato dalla scienza, vissuto 5.300 anni fa sulle Alpi, riemerso dal ghiacciaio del Similaun, in Alto Adige, nel 1991, e che da allora pare ribellarsi a chi ha interrotto il suo «sonno» durato secoli. Loy, 63 anni, dirigeva i laboratori di scienze archeologiche dell’Università del Queensland, irridendo alle superstizioni che hanno fatto della mummia un secondo Tutankamen. «Non credo alla maledizione, tutte storie», aveva detto agli amici mano a mano che altre morti si succedevano tra coloro che avevano avuto a che fare con tzi. Fatto sta che il suo corpo è stato trovato diversi giorni dopo il decesso nell’appartamento in cui abitava da solo. «L’autopsia – dice il fratello Gareth – non è servita a stabilire le cause del decesso. Ci è stato detto che potrebbe essere morto per cause naturali o per un incidente domestico. O per una combinazione di entrambe», ha riferito. Il realtà una malattia ematica era stata diagnosticata all’archeologo poco dopo la scoperta della mummia. La sequenza delle morti legate alla mummia inizia con la scomparsa del patologo dell’Università di Innsbruck che il 20 settembre del 1991 sollevò tzi con le mani nude quando venne estratto dal ghiaccio per metterlo in un sacco di plastica: il medico, il giorno della morte, stava andando a una conferenza in cui si sarebbe parlato proprio di tzi. Poi toccò alla guida alpina che condusse il patologo sul luogo di rinvenimento della mummia: fu travolto da una valanga. Poco tempo dopo, il giornalista austriaco che filmò le fasi del recupero della mummia morì per un tumore al cervello. Ma non basta. In una bufera perse la vita pure Helmut Simon, il turista tedesco che vide per primo tzi. Il suo corpo venne trovato solo dopo otto giorni, congelato e nascosto dal nevischio. Ma incredibilmente poche ore dopo il funerale di Simon venne colpito a morte da un attacco cardiaco il capo del soccorso alpino che aveva trovato il corpo del turista. E siamo alla quinta vittima. Non sono passati che pochi mesi da quando il 17 aprile di quest’anno morì per una forma aggressiva di sclerosi l’archeologo tedesco Konrad Spindler, che per primo studiò la mummia e ne descrisse la storia in un famoso libro. Ora lo ha seguito Tom Loy e qualcuno già si chiede chi sarà il prossimo. Sono 150 circa gli studiosi che hanno in qualche modo avuto a che fare con il personaggio riemerso dal ghiaccio, distribuiti in tutti i continenti. tzi, mummia del peso di 15 chili e alta 160 cm, dal 1998 è l’ospite d’onore del Museo archeologico di Bolzano, visibile nella sua cella di refrigerazione (a 6? Celsius e umidità pari al 96 - 98%) solo attraverso una finestrina di 40 per 30 cm., ma che ogni anno scomoda circa 250.000 visitatori. Massimo Spampani