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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

Con Piero ci mettevo il cuore. La Stampa 26/10/2005. Alba. «Ah, che traffico è stata, questa cosa della trasmissione della De Filippi! Non ci volevo proprio andare

Con Piero ci mettevo il cuore. La Stampa 26/10/2005. Alba. «Ah, che traffico è stata, questa cosa della trasmissione della De Filippi! Non ci volevo proprio andare. E’ stata mia figlia, a chiamare Canale 5, e a combinare tutto senza dirmi niente. Quando m’hanno chiesto di partire per Roma, ho detto di no. Ero convintissima che Piero non si sarebbe mai presentato, e avrei fatto la figura della stupida davanti a tutt’Italia». E invece Piero Fassino, a «C’è posta per te», c’era eccome. Così, quando s’è aperta la bustona e ha abbracciato la Elsa in lacrime, commosso pure lui, Elsa Isnardi è diventata la tata più famosa d’Italia. Adesso che ha riabbracciato «il suo bel Pierino», come lei chiama il leader dei Ds, è la donna più felice del mondo. Per lei, quello della tata, è «il mestiere più bello che c’è. A Piero volevo un bene da morire. Oggi le baby sitter sono diverse. Non è più come una volta: tante ragazze lavorano solo per i soldi. Io no. Io ci mettevo il cuore. E passione, insomma tutta me stessa. Per me, era come mio figlio». A casa Fassino, a Torino, la Elsa ha lavorato 7 anni, «da quando Pierino aveva sei anni e mezzo fino ai 14. Quanto abbiamo pianto, tutti e due, quando ci siamo separati! Ma nel frattempo mi ero sposata, e mio marito aveva trovato un bel posto, da custode. Ci davano anche la casa. E così li ho abbandonati». Da molti anni è tornata ad abitare nel piccolo Comune vicino ad Alba in cui è nata 69 anni fa. E’ rimasta vedova e vive con un figlio, che non casualmente ha chiamato Piero. Degli anni da tata, porta con sé solo ricordi teneri: «I signori Fassino lavoravano, e uscivano di casa presto. Io prendevo servizio alle 8. La mattina spazzavo, facevo la spesa e preparavo pranzo. Ormai lo sa tutta Italia, che Piero andava matto per la mia insalata russa. Il pomeriggio lui faceva i compiti, e poi si giocava a cavalluccio. Lui era tifosissimo della Juve, e sovente guardava le partite alla televisione. La sua è stata la prima tivù che avessi mai visto. A casa non l’avevo di certo». Da quando ha lasciato la famiglia Fassino, il «Pierino» «mi è rimasto sempre nel cuore. Ci siamo incontrati solo più una volta, poi la vita mi ha portata altrove. Ho avuto tante disgrazie una dopo l’altra, tanti problemi. Piero lo seguivo da lontano, guardandolo in televisione. Una volta, con i miei figli gli abbiamo scritto una lettera vera, di carta, che però non abbiamo avuto il coraggio di spedirgli. Non sapevamo nemmeno a che indirizzo mandarla, a Roma». Finché la figlia Anna ha scritto a «C’è posta per te». «L’ho coperta di miserie, quando ho saputo che aveva fatto una cosa del genere senza dirmi niente. Invece, adesso sono tanto contenta d’averlo rivisto. Mi ha anche regalato il suo libro». «Per passione», Rizzoli. Con la dedica: «A Elsa, con infinito affetto».