MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2005, 10 novembre 2005
La possessione diabolica non è una questione criminale. L’avvocato delle Bestie di Satana, gli otto ragazzi accusati di tre omicidi e di aver indotto un amico a suicidarsi, aveva provato a far assolvere i suoi assistiti chiedendo la consulenza di un esorcista che ne dimostrasse la possessione diabolica, ma i giudici di Busto Arsizio hanno detto di no
La possessione diabolica non è una questione criminale. L’avvocato delle Bestie di Satana, gli otto ragazzi accusati di tre omicidi e di aver indotto un amico a suicidarsi, aveva provato a far assolvere i suoi assistiti chiedendo la consulenza di un esorcista che ne dimostrasse la possessione diabolica, ma i giudici di Busto Arsizio hanno detto di no. E hanno fatto bene, secondo padre Gabriele Amorth: «Non accade mai, secondo la mia esperienza, che una possessione diabolica renda uno delinquente. E poi, per praticare l’esorcismo, è necessaria la volontà della persona interessata, il suo contributo attivo, e tanti altri requisiti...». Il decano degli esorcisti italiani, intervistato dalla ”Stampa”, ha riconosciuto però di essere sopraffatto dal lavoro: «Oggi le richieste sono molto più frequenti che in passato. Scherzando, dico che faccio esorcismi otto giorni a settimana. Anche la mattina di Pasqua e Natale esorcizzo a tempo pieno. Se vedesse la mia agenda, noterebbe che il sabato e la domenica sono zeppi di appuntamenti. E poi ci sono quelli che vengono senza prenotazione, mi commuovo, li ricevo lo stesso...». In Italia, si è passati dalla ventina di esorcisti negli anni Ottanta ai quattrocento di oggi. Ma sono almeno altrettanti i laici e i religiosi che, senza alcun mandato, dicono di essere in grado di scacciare Satana da un individuo. Anche perché il mercato dei potenziali clienti sembra molto vasto. Secondo una ricerca dell’Aippc (Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici), nel 2000 mezzo milione di italiani, di cui il 65 per cento donne, si è rivolto a un esorcista. Per questo motivo la Chiesa punta molto sull’aggiornamento dei suoi specialisti. Nelle scorse settimane l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma (istituzione accademica dei Legionari di Cristo) in collaborazione col Gris (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) di Bologna ha tenuto un corso ad hoc, ”Esorcismo e preghiera di liberazione”, per offrire ai sacerdoti e agli studenti di teologia che si preparano al ministero un approccio teorico e pratico all’esorcistato. Questa specie di master, che ha stuzzicato la curiosità di giornali e tv di mezzo mondo, ha voluto essere il più completo possibile. Oltre a lezioni di esegesi, spiritualità e teologia, è stato dato ampio spazio agli aspetti antropologici e sociologici del problema, alle implicazioni medico-scientifiche e ai risvolti giuridici. Tra i docenti Cecilia Gatto Trocchi, che ha dedicato molti studi a esoterismo, satanismo e stregoneria. Secondo questa antropologa, è interessante notare che nelle società tradizionali «la maggior parte delle calamità viene attribuita ai diavoli». In questo senso, civiltà lontanissime tra loro hanno questo punto in comune: «Indios delle Ande e malesi, culture raffinate come quella indiana e giapponese, condividono l’idea che il mondo è infestato dai demoni che esercitano un’interferenza decisiva sulle vicende degli uomini». Il Terzo Mondo, spesso funestato da carestie, è terreno fertile di questa visione del mondo: «Le cure tradizionali sono al 90 per cento preghiere di esorcismo», osserva Gatto Trocchi, secondo la quale la demonologia «è lo studio storico e antropologico delle figure dei demoni» espresse dalle varie culture. Storicamente, «la demonologia nasce in ambito ebraico-cristiano, perché è in questa tradizione che Satana è visto come persona. Il racconto delle tre tentazioni di Cristo nel deserto, da questo punto di vista, rimane emblematico (Vangelo di Matteo 4, 1-11)». Il satanismo è un concetto moderno. Le prime tracce di culti satanici risalgono al Seicento, quando Catherine La Voisin, nobildonna alla corte del re di Francia Luigi XIV, organizza le prime messe nere per le dame di palazzo (tra cui Françoise Athenais, la favorita del re), invocando e adorando il diavolo per ottenere vantaggi materiali, arrivando per questo a sacrificare sugli altari alcuni bambini. In realtà, il satanismo vero e proprio nasce con l’Illuminismo. Sir Francis Dashwood (1708-1781), politico e cancelliere dello Scacchiere, fonda, nel 1751, in Inghilterra, l’Hell Fire Club (Club del Fuoco dell’Inferno): durante le misteriose cerimonie, officiate dai Dodici miscredenti, veniva tra l’altro invocato Lucifero e si compivano atti sacrileghi sul crocefisso. Anche lo scienziato Benjamin Franklin (1706-1790) aveva una passione per il satanismo, così come Johann Benjamin Erhard, medico e filosofo di scuola kantiana, che nel 1795 pubblica L’apologia del Diavolo, definito «il concetto astratto della pura malvagità». Gatto Trocchi fa notare che «Satana è visto da questi pensatori come il liberatore dall’assolutismo, una figura prometeica contro il tiranno. colui che dona libertà e potere». Diventa così un principio attorno al quale organizzare un sistema di pensiero. Erhard tenta di fondare una vera e propria «etica del male». Il satanismo è figlio della modernità e non ha niente a che fare con la stregoneria. Gatto Trocchi, che ha studiato numerosi processi medioevali per stregoneria, ricorda che «le streghe negavano di avere rapporti con Satana. In realtà, queste donne venivano incriminate per questioni di criminalità: preparavano pozioni velenose su commissione, oppure filtri d’amore». Il sabba, l’orgia tra diavolo e streghe, «è un’invenzione tardiva, seicentesca, di quella massoneria esoterica che ha sdoganato Satana come colui che dona la conoscenza». Tutti questi elementi trovano la loro sintesi nell’Inno a Satana di Carducci. Attualmente, conclude Gatto Trocchi, «restano solo le briciole del Satana visto come Prometeo». Le nuove forme di satanismo, filtrate da riti di origine orientale, hanno come punto di riferimento La Bibbia di Satana di Anton Szandor LaVey (1969), e in genere il livello è decisamente basso: «I satanisti del giorno d’oggi sono ignoranti come caproni». Secondo un’indagine Ispes del 2002, in Italia ci sono circa 650 gruppi satanici, la maggior parte in Lombardia (104) e Lazio (73), alcuni dotati di sito Internet. I promotori e organizzatori di sette sarebbero 8.500. Due le organizzazioni principali: la Chiesa Luciferiana di Roma, iscritta regolarmente presso il tribunale dal 1984 (circa 150 adepti), e l’Associazione dei Bambini di Satana, fondata a Bologna nel 1982 (una sessantina). Entrambe si rifanno alla Church of Satan, fondata da LaVey a San Francisco nel 1966. Attivi anche i Satanisti metropolitani e la setta del-l’Orgasmo nero (Roma, Milano e Firenze), il Tempio di Seth, i Figli di Satana (Torino) e le Ierudole di Ishtar, gruppo solo femminile (Pescara). Tre i filoni principali: razionalista, dove Satana rappresenta un simbolo di ribellione e di edonismo; acido, dove il culto del diavolo è una scusa per riti che si basano sull’uso di stupefacenti; luciferismo, secondo il quale Satana è oggetto di venerazione come aspetto buono del sacro. Molto più vasta la zona grigia dei simpatizzanti, per lo più giovani. Carlo Climati, giornalista e scrittore, ha studiato a lungo il satanismo giovanile: «Si tratta di un fenomeno casereccio, che i ragazzi praticano partendo dall’ascolto di certa musica rock e navigando su Internet. Naturalmente, non bisogna cadere nell’errore di condannare tutta la musica rock. Ma bisogna accorgersi che ormai il rock satanico muove un giro d’affari di miliardi. E troppi cantanti diffondono la non-cultura della violenza, della droga e dell’odio». Climati divide in cinque stadi l’approccio al satanismo: «All’inizio c’è interesse per un cantante ”satanico”, di cui si acquistano i cd. Il secondo passo è la conoscenza dei testi delle canzoni e il terzo l’acquisto di riviste musicali che parlano dell’autore preferito. Ultimamente, su certi periodici rock, non si parla solo di musica, ma anche di satanismo ed esoterismo e a volte vengono segnalati indirizzi di sette sataniche o siti Internet sull’argomento. La ricerca sul web è appunto il quarto stadio: partendo dalla curiosità per i siti di cantanti di rock satanico si rischia di passare alle pagine di gruppi satanici. Il quinto e ultimo passo è il contatto diretto, di solito tramite e-mail, con qualche cultore di magia nera». Secondo Climati «nessuna statistica può offrire un quadro reale del satanismo giovanile. Perché non è un fenomeno legato alle sette, cioè a gruppi organizzati, ma si caratterizza per la nascita di piccole gang che praticano un satanismo fatto in casa, figlio dei mass media». Per questo’ rischia di essere «un fenomeno incontrollabile». Prima di chiamare l’esorcista, bisogna passare dallo psichiatra. La prassi è consolidata: «In genere le persone che vengono da noi – racconta padre Amorth - hanno sempre fatto prima la trafila da molti medici, psicologi, psichiatri. Prima di ricevere qualcuno gli chiedo se è stato da un medico, e voglio vedere la diagnosi. Altrimenti mi rifiuto di riceverlo; perché quando uno sta male, è normale che sia un malessere naturale. un’eccezione, e grazie al cielo un’eccezione rara, che si tratti di una sofferenza di carattere malefico. Solo dopo aver visto la diagnosi medica, se ci sono veramente dei sospetti, faccio un esorcismo, diciamo così diagnostico, per capire se c’è una presenza malefica». Tonino Cantelmi, presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, ha collaborato con diversi esorcisti: «Mi ha sempre colpito la loro prudenza e umiltà. La parola chiave è collaborazione». Quali sono i criteri per stabilire l’attendibilità scientifica di fenomeni legati al satanismo? «Ciò che conta è l’interazione delle competenze fra psichiatra ed esorcista: non è tanto la stranezza del sintomo - anche se esistono alcune casistiche sintomatologiche - quanto il significato dello stesso nel contesto di vita del paziente». In ogni caso, precisa Cantelmi, «nessun riduttivismo scientista può spiegare la complessità degli abissi dell’anima. Perciò l’interazione delle competenze è il criterio fondamentale. Sembrerà strano, ma oggi la teologia è più pronta al dialogo della psicologia. Troppi psicologi e psichiatri sono arroccati su posizioni assolutistiche e anacronistiche». Il metodo che si presta meglio a questa interdisciplinarità «è quello cognitivista». L’esorcismo vero e proprio è tanto raro quanto impressionante. Dopo la scrematura clinica, i casi di possessione diabolica reale si contano sulle dita di una mano. Anche se il dilagare di occultismo e magia sembra favorirne l’aumento: «Ci sono state persone che dopo aver partecipato a messe nere e riti del genere hanno avuto disturbi e sono venute a farsi esorcizzare, per farsi liberare dai disturbi», racconta padre Amorth. Tutto comincia con malesseri fortissimi che i posseduti non sanno spiegare, soprattutto alla testa e allo stomaco: «In genere conducono una vita normale. Cercano di occultare le sofferenze. Quando l’attacco arriva, digrignano i denti, si dimenano, vorrebbero urlare ma cercano di trattenersi. tremendo, sentono di non essere più padroni di se stessi. Ma soprattutto hanno paura di essere scoperti, trattati come lebbrosi: per questo non accettano mai di essere intervistati neanche a volto coperto, o alterando la voce». Padre Francesco Bamonte ha portato la sua testimonianza al master di Roma: «In concreto si ordina al demonio, quando veramente si è certi che c’è lui, di lasciare quella creatura che sta tormentando nel nome di Gesù Cristo, che ha dato questo potere agli uomini e alla Chiesa». La reazione del posseduto è violenta: «Scottature, graffi, voci nella mente, battiture sul corpo, voglia di suicidio e un orrore per il sacro che induce a reazioni furibonde». Impressionanti le esperienze di padre Amorth: «Il demonio cerca di non mostrarsi, ma alla fine se c’è, esplode. Mi ricordo un bambino di undici anni, tenuto da quattro uomini robusti, durante una seduta. Il ragazzino li faceva volare. E in un altro caso, un bambino di dieci anni ha sollevato un tavolo enorme, pesante, da solo. Dopo gli ho tastato i muscoli delle braccia: non avrebbe mai potuto farlo, da solo. Durante gli esorcismi accadono cose che potrebbero fare veramente impressione. Una volta ho avuto un calcio, e non sembrava forte, da una ragazzina: sono rimasto con la gamba ingessata quaranta giorni».