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 2005  novembre 10 Giovedì calendario

La nostra presenza sulla Terra sta diventando ingombrante e pericolosa, e il nostro miope comportamneto nei confronti dell’ecosistema potrebbe causare la Sesta Estinzione

La nostra presenza sulla Terra sta diventando ingombrante e pericolosa, e il nostro miope comportamneto nei confronti dell’ecosistema potrebbe causare la Sesta Estinzione. Solo che questa volta a sparire, in mancanza dei dinosauri, saremmo proprio noi. questo l’inquietante allarme lanciato da Niles Eldredge, paleontologo dell’American Museum of Natural History di New York, che nella sua enciclopedia integrata La vita sulla Terra, mette a confronto i grandi temi dell’ecologia, della biodiversità e dell’evoluzione arrivando a conclusioni tutt’altro che tranquillizzanti. Se le cinque grandi estinzioni precedenti hanno avuto origini sempre fisiche, la sesta potrebbe essere la prima ad averne una biologica: l’uomo. Siamo tanti, abbiamo bisogno di mangiare (e quindi emarginiamo o distruggiamo piante e animali ”nocivi”), ma anche di stare caldi, comodi, divertirci e quindi consumare. Se è vero che la scienza e la tecnologia possono aumentare la produttività di cibo e manufatti, è anche vero che questo porterà a un sostanziale aumento della popolazione, mentre si calcola che la Terra non potrà tollerare più di 13-15 miliardi di abitanti. Ma forse la questione non è solo di carattere materiale. Nel suo saggio Il futuro della vita, Edward O. Wilson, celebre biologo ed entomologo di Harvard, lascia intendere che senza una nuova etica della conservazione (biofilia) diventerà quasi impossibile porre un limite ai danni con i quali il consumismo estremo, alimentato da un sistema capitalistico drogato, sta mettendo a dura prova il limite di sopportabilità della Terra. Ma in un mondo dove miliardi di poveri premono per sedersi al banchetto della civiltà del benessere, scienza e tecnica quanto saranno disposte a scendere a patti con esigenze diverse da quelle del dio Consumo?