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 2005  novembre 10 Giovedì calendario

Ci sono figure quasi leggendarie che spendono la loro vita per stabilire il miglior rapporto possibile tra i popoli tribali isolati e chi gli sta intorno

Ci sono figure quasi leggendarie che spendono la loro vita per stabilire il miglior rapporto possibile tra i popoli tribali isolati e chi gli sta intorno. il caso del brasiliano Sydney Possuelo (foto a destra), tra i direttori del Dipartimento per gli indios isolati della FU.NA.I. (Fundaçao Nacional do Indio), sopravvissuto a malaria, incidenti aerei e imboscate dei signori del legname e del latifondo. «Questi indios temono la violenza e le malattie portate dai bianchi», dice Possuelo, «e vanno disturbati solo se necessario. La spedizione di contatto è l’ultima risorsa a cui ricorrere quando gli indios stessi si avvicinano progressivamente a insediamenti di coloni, mostrando curiosità e interesse per il mondo dei cancellatori di foreste. O quando gli indios si trovino a rischio di sterminio a causa dell’arrivo delle strade, delle motoseghe, delle pompe per setacciare l’oro». Altro ”grande vecchio” dell’Amazzonia è Carlo Zacquini, missionario della Consolata che vive da 40 anni tra gli Yanomami. «Non conosco popoli che dal contatto con il mondo ”civile” ci abbiano guadagnato» dice Zacquini «e se gli occhi del mondo si allontaneranno da questi luoghi, gli abusi ricominceranno subito. Queste sono culture di una ricchezza straordinaria, che sono sopravvissute millenni in un ambiente difficile grazie a tecniche sofisticate. Sono generosi, fieri, coraggiosi e conquistano il comando con l’autorevolezza, non con l’autorità. Ma non sempre apprezzano ciò che gli diamo. Quando gli ho regalato un paio di stivali di gomma, in un mese l’ha provato tutto il villaggio, poi un giorno l’ho trovato buttato nella foresta».