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 2005  novembre 10 Giovedì calendario

Secondo gli studi del genetista texano Spencer Wells, l’uomo farebbe parte di un’unica grande famiglia discendente da una piccola tribù di cacciatori-raccoglitori vissuta in Africa 60

Secondo gli studi del genetista texano Spencer Wells, l’uomo farebbe parte di un’unica grande famiglia discendente da una piccola tribù di cacciatori-raccoglitori vissuta in Africa 60.000 anni fa. Wells è partito dal lavoro di Luca Cavalli-Sforza, massimo esperto mondiale di genetica delle popolazioni e primo a intuire come la comprensione dell’evoluzione umana richieda insieme la conoscenza dei meccanismi genetici e di quelli culturali e linguistici. Wells, raccogliendo campioni di sangue di migliaia di appartenenti a tribù isolate in giro per il mondo e analizzando il loro DNA, ha scoperto che l’uomo, evolutosi in Africa, passò poi in India. Da qui un gruppo si spostò in Australia, un altro in Asia centrale dove si fermò circa 10.000 anni e dove ebbe la possibilità di crescere ed evolversi per poi dividersi in altri gruppi e popolare (sempre nel corso di migliaia di anni) il resto del mondo, come dimostrano i marcatori rinvenuti nei diversi DNA. Poi un gruppo si diresse verso l’Europa e un altro a Nord, verso la Siberia, l’Alaska e quindi il continente americano. «Sia la Bibbia che la genetica parlano di un’unica origine della molecola, un unico antenato» dice Wells «ma quello biblico può essere situato verso il 4.000 a.C., quello genetico almeno 60.000 anni fa».