MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2005, 9 novembre 2005
Le cavallette sono note per le loro devastanti invasioni e per i danni che apportano all’agricoltura
Le cavallette sono note per le loro devastanti invasioni e per i danni che apportano all’agricoltura. In molti paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sud America rappresentano ancora un grave pericolo per le coltivazioni. In Italia, durante la prima metà del Novecento, si sono verificate numerose invasioni di questi Ortotteri, molte delle quali, come in Sardegna nel 1946, furono combattute con una notevole mobilitazione di mezzi e risorse umane. Quelle specie di cavallette che, per una combinazione di fattori climatici, ambientali e anche ormonali, divengono gregarie, sono indicate con il termine di locuste. Le loro popolazioni possono passare quindi da una fase solitaria, per lo più innocua, a una fase gregaria, estremamente dannosa. In quest’ultima fase, le locuste subiscono delle progressive modificazioni morfologiche e comportamentali che le rendono efficientissimi volatori capaci di percorrere, riuniti in sciami enormi, grandi distanze alla ricerca del cibo. Le grosse specie africane, come la Locusta migratoria (Locusta migratoria) e la Locusta del deserto (Schistocerca gregaria), sono in grado di volare, durante il loro sviluppo, per diverse centinaia di chilometri. Invece gli spostamenti delle specie nostrane, come il Grillastro crociato (Dociostaurus maroccanus), sono soltanto nell’ordine di alcune decine di chilometri. L’arrivo improvviso delle locuste è quindi strettamente legato alla loro grande capacità di spostarsi in volo, spesso in orde capaci di divorare in pochissimo tempo tutta la vegetazione presente.