MACCHINA DEL TEMPO APRILE 2005, 9 novembre 2005
I sassi non bruciano perché sono per lo più costituiti da composti inorganici non combustibili: silice, silicati, silico-alluminati, carbonati, metalli completamente ossidati, ecc
I sassi non bruciano perché sono per lo più costituiti da composti inorganici non combustibili: silice, silicati, silico-alluminati, carbonati, metalli completamente ossidati, ecc. e, quindi, non reattivi rispetto all’ossigeno presente nell’aria. Con il termine ”bruciare” generalmente si indica il consumo di un materiale, allorché venga esposto al calore/fuoco, per effetto di una reazione d’ossidazione della sua componente combustibile. Spiegandola in altre parole, un materiale riscaldato brucia in presenza d’aria, se le specie elementari che lo costituiscono sono combustibili, cioè possono reagire con l’ossigeno - come tal quali o come vapori - per fornire prodotti ossidati. Va in ogni modo rilevato che, a rigore, esistono in natura anche ”sassi”, come quelli di pirite o di zolfo, che possono bruciare, in quanto rispettivamente formati da composti a base di solfuro di ferro e da zolfo, elementi che hanno la possibilità di combinarsi con l’ossigeno dell’aria. Naturalmente dal punto di vista pratico la probabilità di trovare questi tipi di sassi è generalmente bassa, se non concentrata in particolari luoghi, per lo più di origine vulcanica.