MACCHINA DEL TEMPO maggio 2005, 9 novembre 2005
L’Honda Civic è generalmente conosciuta come una berlina compatta caratterizzata da una guida sportiva e frizzante
L’Honda Civic è generalmente conosciuta come una berlina compatta caratterizzata da una guida sportiva e frizzante. Ora però viene venduta anche in Italia la versione Ima, disponibile solo con carrozzeria a tre volumi-quattro porte (ossia quella classica). L’aspetto abbastanza anonimo nasconde una novità gustosa, che è tutta ermeticamente spiegata dalla sigla Ima, acronimo di Integrated Motor Assist, che traduciamo come ”motore elettrico di supporto integrato”. Cardine di tutto il sistema è un generatore elettrico (nel disegno) il cui funzionamento può essere invertito, e quindi funzionare come motore. Il principio di funzionamento è conosciuto da sempre, infatti i ”dinamotore” (questo è il nome del congegno) era ad esempio montato sulla Nsu Prinz e in quella applicazione, oltre a caricare la batteria, avviava il motore. Rispetto a quello della Civic però le differenze sono molte, e riguardano soprattutto gli argomenti potenza e rendimento. In pratica la Civic è dotata di un normale motore a benzina verde da 1.339cc per 86cv (63kW) e 119Nm a 3300 giri. Tra il propulsore a benzina e la trasmissione a 5 marce c’è appunto il generatore-motore, che su questa auto serve anche per l’avviamento e come volano. La potenza che eroga non è elevata, 13,6 cv (circa quella di uno scooter), viceversa la coppia è di 61,7 Nm a 1000 giri (e 103Nm allo spunto) uguale a quella di un motore a benzina di 1000 cc. In pratica questo piccolo motore elettrico ha la forza per accelerare la vettura dandogli un’andatura vivace, alleggerendo il motore a benzina nelle variazioni di regime, cioè nella situazione nella quale si deve pigiare sul gas e consumare molta benzina. A decidere le modalità di intervento del motore elettrico e a coordinare il suo funzionamento col propulsore tradizionale è una centralina elettronica nascosta dietro i sedili postiori, insieme al pacco di batterie che servono per immagazzinare l’energia. Queste sono 120, di piccole dimensioni e del tipo Ni-Mh, come quelle dei telefonini. Sono garantite per 8 anni e 250.000 chilometri e raffreddate con una ventola automatica che preleva l’aria dall’abitacolo alla base del lunotto per mantenere costante la temperatura di esercizio. Sul cruscotto indicatori digitali mostrano la carica delle batterie e lo schema di funzionamento in tempo reale ossia se le batterie sono in carica o se il motore eletrico sta aiutando quello a benzina. Ovviamente quando ci si ferma ai semafori il motore si spegne automaticamente, per ripartire senza un sussulto appena si sfiora l’acceleratore.