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 2005  ottobre 26 Mercoledì calendario

Anche gli spaghetti sarebbero nati in Cina. La Stampa TuttoScienze 26/10/2005. Se la Cina di oggi fa concorrenza al «made in Italy», è la Cina di ieri a toglierci un importante primato: quello di aver inventato gli spaghetti

Anche gli spaghetti sarebbero nati in Cina. La Stampa TuttoScienze 26/10/2005. Se la Cina di oggi fa concorrenza al «made in Italy», è la Cina di ieri a toglierci un importante primato: quello di aver inventato gli spaghetti. La verità, «servita fredda» in un articolo apparso sulla rivista «Nature», è che il primo piatto di spaghetti risale a 4 mila anni fa ed è stato ritrovato in ottimo stato di conservazione nel sito archeologico di Lajia, in una regione del Nord-Ovest della Cina, dove si scava dal 1999. Gli spaghetti - spiega Houyuan Lu dell’Accademia Cinese delle Scienze a Pechino - erano in un sedimento spesso tre metri, nell’alveo di piena del fiume Giallo, sedimento che gli archeologi fanno risalire ad un insediamento del tardo Neolitico, probabilmente spazzato via da un terribile terremoto e da una catastrofica inondazione proprio intorno a 4 mila anni fa. Le analisi dicono che gli spaghetti erano fatti con farina di miglio, ma per il resto la loro produzione è in tutto simile a quella attuale. Gli spaghetti sono un cibo diffuso in varie parti del mondo da almeno duemila anni, ma finora è sempre rimasto controverso se la loro «invenzione» si debba attribuire agli italiani, agli arabi, o ai cinesi. La verità sembra essere rimasta occultata per migliaia di anni nel sedimento cinese del tardo Neolitico, dove è stata ritrovata, sottosopra, la ciotola di terracotta nella quale, ben conservati, sono rimasti spaghetti di colore giallo, lunghi mezzo metro e dal diametro di 0,3 centimetri: «Questi spaghetti - dice Lu - assomigliano moltissimo agli spaghetti tradizionali cinesi fatti a mano con una peculiare procedura che consiste nel tirare e allungare ripetutamente la sfoglia». Gli esperti hanno anche scoperto che questi spaghetti preistorici sono fatti di farina di miglio (Panicum miliaceum). Per capirlo gli archeologi hanno analizzato campioni di fitoliti presenti nel luogo in cui la ciotola è stata rinvenuta. I fitoliti - molto utili nelle ricerche archeologiche in quanto, assieme ai semi, sono le parti delle piante che si conservano più a lungo - sono corpi silicei microscopici di vegetali (presenti soprattutto nelle piante erbacee) che aumentano la rigidità dei fusti e delle foglie. «La forma e la disposizione dei fitoliti, ritrovati abbondanti proprio vicino al fondo della ciotola - ha spiegato Lu - ci hanno permesso di identificarli come fitoliti di miglio». Diversamente dalla moderna pasta italiana e dagli spaghetti asiatici, che sono generalmente fatti di grano duro e tenero rispettivamente, gli spaghetti preistorici non mostrano alcuna evidenza che farina d’orzo o altre piante simili siano state tra i loro ingredienti. Il ritrovamento mostra che la preparazione degli spaghetti avveniva esattamente come avviene oggi e che cambia solo il cereale: «La macinatura del grano per ottenere la farina, la preparazione della pasta per fare la sfoglia, nonché le tecniche per tirare la sfoglia e farne gli spaghetti - dice Lu - dovevano essere pratiche già in uso in questa regione della Cina quattromila anni fa. I nostri ritrovamenti supportano anche la tesi che l’addomesticamento delle prime piante e la preparazione di cibo si basavano sui raccolti di miglio nella regione semiarida della Cina Loess Plateau, vale a dire l’altopiano nel tratto del Fiume Giallo». Paola Mariano