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 2005  novembre 09 Mercoledì calendario

«No taxation without representation», cioè «niente tasse senza rappresentanza»: la rivolta contro il dispotismo fiscale del sovrano è all’origine della democrazia inglese (Giovanni Senzaterra, nel 1215, concede la Magna Charta Libertatum in cui il re è vincolato a consultare il Consiglio dei nobili e degli ecclesiastici prima di imporre tributi), della Rivoluzione francese (l’articolo 13 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, vedi il servizio di queste pagine) e dell’indipendenza degli Stati Uniti

«No taxation without representation», cioè «niente tasse senza rappresentanza»: la rivolta contro il dispotismo fiscale del sovrano è all’origine della democrazia inglese (Giovanni Senzaterra, nel 1215, concede la Magna Charta Libertatum in cui il re è vincolato a consultare il Consiglio dei nobili e degli ecclesiastici prima di imporre tributi), della Rivoluzione francese (l’articolo 13 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, vedi il servizio di queste pagine) e dell’indipendenza degli Stati Uniti. Il risentimento dei coloni inglesi del Nordamerica verso la madrepatria giunse al culmine nei primi anni del regno di Giorgio III (1760-1820) che, influenzato dal gruppo parlamentare dei ”King’s Friends”, promosse una serie di provvedimenti molto restrittivi, tra cui imposizioni fiscali dirette come contributo alle spese sostenute dall’Inghilterra nella guerra contro la Francia. I coloni non intendevano ribellarsi all’autorità del re, ma non si sentivano più rappresentati dal Parlamento britannico che emanò leggi come lo ”Sugar Act” (dazi sullo zucchero) del 1764, lo ”Stamp Act” (tassa su documenti, giornali e libri) dell’anno dopo e il ”Townshend Act” del ’67 (altri dazi doganali). Sulla spinta di pensatori radicali come Sam Adams, Richard Lee e Thomas Jefferson (poi autore della Dichiarazione d’Indipendenza e terzo presidente degli Stati Uniti) che erano stati ispirati dall’opuscolo Common Sense di Thomas Paine, i coloni chiesero il distacco dall’Inghilterra al grido di «no taxation without representation» e boicottarono le merci britanniche. L’ennesimo dazio, quello sul tè (’Tea Act”, 1773) e la conseguente ribellione, il celebre ”Boston Tea Party” in cui il carico di tre navi inglesi fu gettato in mare, divenne la scintilla della guerra d’indipendenza. Nello spirito dei padri fondatori, vent’anni fa il gruppo neoconservatore Americans for Tax Reform inventò il ”Tax Day” (detto anche ”Cost of Government Day”), giorno in cui gli eredi di Ronald Reagan, il presidente repubblicano che negli anni Ottanta operò una politica ultraliberista con notevoli riduzioni fiscali, misurano in quale data il cittadino smette di lavorare per lo Stato e comincia a guadagnare per sé stesso. Nel 2004, l’inizio è stato calcolato a metà luglio.