MACCHINA DEL TEMPO maggio 2005, 8 novembre 2005
Negli ultimi 50 anni è stata segnalata la presenza in Mediterraneo di un migliaio di specie estranee (aliene)
Negli ultimi 50 anni è stata segnalata la presenza in Mediterraneo di un migliaio di specie estranee (aliene). Ai traffici marittimi si deve la diffusione di specie originarie della costa atlantica nord-americana, come il granchio Dyspanopeus sayi, o delle coste del Giappone, come l’alga Undaria pinnatifida. Ma è soprattutto attraverso il Canale di Suez che molte specie, originariamente presenti solo nell’area indo-pacifica, si sono introdotte nel Mediterraneo, alcune addirittura hanno stabilito consistenti popolazioni, soprattutto nel Mar di Levante e nel settore meridionale, ove le condizioni climatiche erano più simili a quelle delle aree di origine. Il riscaldamento globale favorisce l’espansione verso le latitudini settentrionali del Mediterraneo di tutte le specie ad affinità tropicale, sia ”aliene”, come il Granchio nuotatore, di origine indo-pacifica, sia appartenenti alla fauna mediterranea. L’incremento di temperatura determina, però, condizioni ambientali sfavorevoli per le specie ad affinità temperato-fredda. Così nell’Adriatico centro-settentrionale si è riscontrata, negli ultimi anni, una drastica riduzione della popolazione di Spratto, una piccola sardina caratteristica di questo settore del Mediterraneo e del Mare del Nord.