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 2005  novembre 08 Martedì calendario

Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!». Così gridava Tonino Guerra, 85 anni, poeta e sceneggiatore, nello spot Unieuro di qualche tempo fa

Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita!». Così gridava Tonino Guerra, 85 anni, poeta e sceneggiatore, nello spot Unieuro di qualche tempo fa. «Quel grido è per tutti», dice Guerra. «Gianni siamo tutti noi». Ma lei, nella vita, è ottimista davvero? «Certi giorni sì e certi no», ammette. «Però è meglio sperare bene che male». Perché ?«Vi racconto una storia. Tanti anni fa, in Russia, sono stato operato al cervello. Il chirurgo, mio amico, dopo aver visto la Tac che portavo da Roma, mi disse: ”Ti devo operare subito. Ma tu stai sereno. L’ottimismo è una gran medicina”. Aveva ragione e, d’altra parte, se mi fossi angosciato, avrei forse migliorato la mia situazione? No davvero». «Dopo l’intervento», continua il poeta, «mi ritrovai disteso su un letto, tutto nudo. Vicino a me c’era una ragazza bella e sorridente che mi disinfettava. Le chiesi: ”Perché lo fai?”. E lei: ” bello veder vivere un uomo”». Lo spot Unieuro suggeriva che ci si può ricaricare di energie positive come si fa con il cellulare, entrando in un magazzino di elettrodomestici. In realtà, essere ottimisti non è sempre così facile... «Certo, ci sono dei giorni in cui crolli, in cui maledici tutto. Ma durano poco. Altrimenti non si farebbe niente, il mondo si fermerebbe. In un’epoca avvilita da tragedie e disgrazie di ogni sorta, se ci aggiungiamo pure il pessimismo è finita. Io non credo nel cornetto rosso contro la jella, ma certe volte me lo tengo in mano. Stessa cosa vale per l’ottimismo: devi tenerlo con te, per scaramanzia. D’altra parte non è vero che il 90 per cento della gente è pessimista. Tutti sperano che domani vada meglio, che i figli non si ammalino, che le guerre finiscano. E queste sono le radici dell’ottimismo». Una curiosità: il Gianni dello spot (che in tv non si vedeva mai) chi è? «Un amico del paesino di Pennabilli dove vivo». Avrà anche altri amici, a Pennabilli. «Sì, ma Gianni è l’unico quasi sordo. Quando gridavo sotto casa sua, non gli davo alcun fastidio. Per il semplice fatto che non mi sentiva!».