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 2005  ottobre 30 Domenica calendario

Gli affari d’oro della Chiesa ortodossa. Il Sole 24 Ore 30/10/2005. Mosca. Da anni la capitale russa somiglia a un cantiere colossale: al posto dei romantici viali, dei giardini e dei parchi crescono come funghi case d’abitazione, supermercati, palazzi dei congressi e business center

Gli affari d’oro della Chiesa ortodossa. Il Sole 24 Ore 30/10/2005. Mosca. Da anni la capitale russa somiglia a un cantiere colossale: al posto dei romantici viali, dei giardini e dei parchi crescono come funghi case d’abitazione, supermercati, palazzi dei congressi e business center. Gli investimenti nell’industria delle costruzioni rendono più dell’export petrolifero e del gas naturale messi insieme. Malgrado i moniti degli esperti indipendenti, secondo i quali le costruzioni rappresentano "uno dei settori più criminalizzati dell’economia russa", neanche la Chiesa ortodossa è riuscita a resistere alla forte tentazione di entrare nel giro del lucroso business del mattone. Dopo aver ottenuto dallo Stato russo la restituzione gratuita di una parte dei terreni che furono sequestrati dai bolscevichi di Lenin dopo la rivoluzione del 1917, il Patriarcato di Mosca ha lanciato un progetto da 30 milioni di dollari, che prevede la costruzione nel centro storico della capitale russa di dieci centri commerciali, nei quali oltre ai supermercati ci saranno anche palestre, bar e ristoranti. La costruzione dei primi tre centri commerciali è già cominciata. Gli shopping center, ciascuno con una superficie da tremila a diecimila metri quadrati, sorgeranno a fianco di altrettante chiese, che in compenso otterranno delle superfici commerciali per installarvi delle botteghe proprie, nelle quali saranno messi in vendita non solo icone, candele, testi sacri e altro oggetti di culto, ma anche gioielli e vino, consacrati dai pope ortodossi. Si tratta di una parte di un impressionante progetto edilizio della Chiesa ortodossa russa, che sta già costruendo nelle regioni di Tver (sulla strada tra Mosca e San-Pietroburgo) e di Vladimir (la meta dei turisti di tutto il mondo) alberghi e business center. Per coordinare la realizzazione dell’intero progetto, il Patriarcato di Mosca ha costituito uno speciale fondo d’investimento, il cui presidente, Evghenij Parkhaev, amministratore delegato di Sofrino, un gruppo di fabbriche, che riforniscono di tutto l’indispensabile oltre 20mila tra diocesi e parrocchie e 560 monasteri in tutta la Russia, è noto in Russia come "l’oligarca dei ceri votivi". Secondo il noto esperto della Chiesa ortodossa russa Nikolaj Mitrokhin &la redditività del business dei ceri votivi raggiunge il seimila per cento". La Chiesa ortodossa è la più grande e indiscutibilmente la più influente organizzazione religiosa nella Russia postsovietica, che dopo il crollo dell’impero totalitario si è trovata faccia a faccia con almeno tre generazioni di russi educati dal partito comunista alla dottrina ateista, che sancì lo sterminio negli anni 20 e 30 di centinaia di migliaia di preti e monaci. Negli anni passati la Russia ha vissuto una specie di revival religioso, che però non è andato in profondità nell’anima russa. Secondo un sondaggio d’opinione realizzato dall’istituto demoscopico dell’accademico Jurij Levada "circa il 70% dei 145 milioni di russi si considera a tutti gli effetti ortodosso, mentre gli atei dichiarati sono il 30 per cento". Ma i praticanti sono molto pochi: soltanto il 3% dei credenti va in chiesa almeno una volta alla settimana, il 4% lo fa una volta al mese, mentre il 55% del potenziale gregge del Patriarcato di Mosca non ci va mai. Dopo decenni di scristianizzazione selvaggia, accompagnata da feroci persecuzioni del clero e dei credenti, in maggioranza i russi sono tuttora estremamente ignoranti su precetti, dogmi e liturgie. Ciononostante a 14 anni dal crollo del comunismo la Chiesa ortodossa è riuscita a farsi restituite la tradizionale posizione privilegiata a fianco delle autorità politiche: secondo alcune interpretazioni, l’aquila a due teste dello stemma russo allude al doppio potere del Cremlino e del Patriarcato di Mosca. Il presidente Vladimir Putin, campione della fede, ha di fatto restituito alla Chiesa ortodossa lo status ufficiale del quale aveva goduto per oltre 500 anni, sin dai tempi dello zar Ivan III. "La Costituzione separa lo Stato e la Chiesa, ma nelle nostre anime sono inseparabili" ha detto il presidente russo. Ma, al di là della propria missione spirituale, la Chiesa ortodossa si è lanciata in attività economiche e finanziarie su larga scala, che vanno dalle piccole industrie e dal commercio agli investimenti, dalle operazioni valutarie al settore immobiliare e al terziario avanzato. "Si tratta di una gigantesca corporazione con un giro d’affari stimato in molte centinaia di milioni, e probabilmente in miliardi di dollari l’anno" ha dichiarato l’economista Lev Timofeev dell’Università Umanitaria di Mosca. La reale situazione finanziaria della Chiesa ortodossa è tutelata come se fosse un segreto di Stato. Ufficialmente i ricavi dovrebbero essere utilizzati per finanziare la ricostruzione delle chiese e dei monasteri distrutti in epoca sovietica, ma nessun revisore ha finora osato controllare il reale utilizzo di questo fiume di denaro. Inoltre lo Stato russo finanzia la propria Chiesa "ufficiale" tramite numerosi privilegi finanziari. Tutto cominciò nel 1995, quando il presidente di allora del Parlamento di Mosca, Ivan Rybkin, autorizzò il Patriarcato di Mosca a importare dall’Italia, senza pagare le tasse, 200 tonnellate di carne di pollo. L’appetito vien mangiando, e i preti ortodossi riuscirono a ottenere dal presidente Boris Eltsin il permesso di importare in Russia una quantità illimitata di tabacco e di alcol: duty-free, naturalmente. Questo tipo di business non piacque però all’opinione pubblica russa e, dopo una serie di interventi critici della stampa, la Chiesa ortodossa passò al greggio. Nel 1996 il Cremlino "regalò"ad Alessio II cinque milioni di barili del petrolio e esentò l’export da tutti i dazi. Con la partecipazione del Patriarcato di Mosca (40% di capitale) fu costituita la compagnia export-import Mes (Cooperazione economica internazionale), che nel giro di pochi anni diventò uno dei maggiori petrol-trader della Russia. La Mes partecipò alle criticatissime operazioni dell’Onu "Petrolio in cambio di cibo", esportando dall’Irak, secondo alcune stime, greggio per due miliardi di dollari. Nel 1997 tramite la Mes il Patriarcato cercò di entrare nel capitale della Banca di Roma, offrendo all’Iri un miliardo di dollari per il 13% del capitale direttamente posseduto dalla banca, e per il 35% di quella holding destinata alla liquidazione secondo il progetto di riassetto azionario del gruppo creditizio ("Il Sole-24 Ore", 21 ottobre 1997). La Chiesa ortodossa è esentata da quasi tutte le tasse, tranne quelle sugli immobili e sulla proprietà. Ma si tratta di cifre simboliche: i pope non pagano le tasse per le chiese, proclamate monumenti storici e culturali, mentre ancora nel 2001 la Duma di Stato ha esentato dalla tassa sulla proprietà tutti gli oggetti indispensabili per il culto, ovvero l’80% della base imponibile. La tendenza non ha però convinto la Duma della regione di Kurgan, dove l’amministrazione dei sacramenti è soggetta a una tassa "sui servizi" pari a 4.500 rubli al mese per sacerdote. Mentre il Patriarcato si dedica ai progetti globali, diocesi, parrocchie e monasteri, che per tradizione non dipendono finanziariamente dalle autorità ecclesiastiche centrali, inventano imprese proprie, consacrando fabbriche e aerei, trattori e bestiame delle fattorie agricole private. A San-Pietroburgo la società di assicurazioni a partecipazione pubblica Rosgosstrakh ha ordinato in alcune chiese della città delle Messe speciali, nel corso delle quali i preti pregano per i clienti della compagnia: "un progetto congiunto a lungo termine della Chiesa ortodossa e di Rosgosstrakh. Tutti i nostri clienti ricevono in omaggio un’icona di San Nicola e una candela consacrata. Inoltre le liste dei nostri clienti vengono regolarmente trasferite ai preti, che s’impegnano a pregare per loro" ha dichiarato il portavoce di Rosgosstrakh Marina Bogdanova. Anche il monopolio diamantifero Alrosa intende ricorrere all’aiuto della Chiesa "dalle cupole a cipolla" per vendere più gemme sul mercato interno. Su proposta del vicepresidente di Alrosa Semen Zelberg "i preti dovrebbero suggerire ai futuri coniugi di scambiarsi durante il rito del matrimonio fedi con diamanti e non di "semplici" anelli d’oro, come fanno adesso". Molte società in Russia, dalle più piccole ai colossi come Lukoil o Norilsk Nickel, vorrebbero lavorare con la Chiesa ortodossa, che in un certo senso può essere considerata un fondo d’investimento supersicuro, con attività a 360 gradi, dal commercio alle costruzioni e agli immobili, manodopera qualificata e obbediente che costa poco o niente, agevolazioni finanziarie garantite dallo Stato, conti correnti inaccessibili alle autorità fiscali. E, come qualsiasi altra impresa, il Patriarcato custodisce gelosamente il proprio monopolio delle anime dei 145 milioni dei russi, cacciando dal Paese, con l’aiuto delle istituzioni, le cosiddette "religioni non tradizionali". Per rafforzare la propria presenza sull’immenso territorio della Russia, un Paese, che si estende per oltre 8mila chilometri su 11 fusi orari, in Siberia è stato consacrato un treno-chiesa, che verrà utilizzato per la diffusione della Buona Novella nelle remote zone asiatiche, lungo il tratto della Transiberiana che collega Irkutsk, nella Siberia Occidentale, alla città di Vladivostok, nell’Estremo Oriente. Il "Poezd khram" (treno cattedrale), chiamato Svjatoj Innokentij (San Innocenzo) in onore del primo vescovo ortodosso della Siberia, che nella prima parte del Settecento propagò la parola di Cristo anche in Alaska, è composto di due carrozze: una è il luogo di culto vero e proprio, con un altare ricco di icone, l’altra verrà utilizzata come vagone letto dai pope in viaggio. - I soldi e la fede Religione e "business" in Russia Credenti: 102.000.000 (solo in Russia) Praticanti: 5,8 milioni (solo in Russia) Diocesi: 136 (con quelle all’estero) Parrocchie: 23.000 Monasteri: 635 (312 maschili, 325 femminili) Accademie ecclesiastiche: 5 Università ortodosse: 3 Seminari e scuole ortodosse: 77 Clero (stima): 50.000 persone (prima della rivoluzione del 1917 erano 500.000) REDDITI DICHIARATI ALL’ANNO Chiese rurali: 1.000-1.500 dollari Chiese nelle piccole città: 3.000 dollari Chiese nei capoluoghi regionali: 8.000-10.000 dollari Cattedrali nei capoluoghi regionali: fino a 100.000 dollari Vladimir Sapozhnikov