MACCHINA DEL TEMPO giugno 2005, 8 novembre 2005
Quando vide in Australia gli «strani animali che procedevano a balzi», il capitano James Cook (1728-1779) chiese agli indigeni come si chiamavano
Quando vide in Australia gli «strani animali che procedevano a balzi», il capitano James Cook (1728-1779) chiese agli indigeni come si chiamavano. Loro risposero «kan-gu-ru», «non capisco», e da allora le bestiole ebbero il loro nome. I canguri, capaci di balzi lunghi fino a 9 metri, di salto in salto possono raggiungere i 60 km l’ora. Le lunghe e possenti zampe posteriori e la robusta coda, usata come bilanciere e appoggio, non gli consentono però di camminare all’indietro. Le 4 specie più diffuse contano in Australia oltre 50 milioni di esemplari (gli umani sono solo 19 milioni): molto prolifici, non hanno predatori naturali oltre al dingo. Il governo australiano, convinto che il loro brucare impoverisca i terreni da pascolo, ne fa abbattere ogni anno dai 3 ai 6 milioni di esemplari, destinati all’industria del pellame e degli alimenti per cani. Secondo gli zoologi si tratta di una follia: innanzi tutto, 50 milioni di canguri non sono troppi per un continente vasto quanto l’Australia. Inoltre gli abbattimenti, non essendo mirati, vanno a colpire gli individui più grandi che di solito sono anche i più sani, più esperti, più longevi. Dunque i più adatti a perpetuare efficacemente la specie.