Varie, 7 novembre 2005
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Valverde Maria
• Madrid (Spagna) 24 marzo 1987. Attrice. Nel film d’esordio, La flaqueza del bolchevique, che a soli 15 anni l’ha imposta all’attenzione del pubblico comemigliore attrice-rivelazione, seduceva un uomo maturo. In Melissa P. (prodotto da Francesca Neri) [...] incarna le inquietudini erotiche di un’adolescente. [...] Osservando il suo sguardo provocante e malizioso, la bocca carnosa, il corpo ancora acerbo ma prosperoso, si capisce perché Maria, da quando ha debuttato a oggi, continua a seguire il filone dell’eros. Ammette candida: ”A noi donne piace sedurre. Per me è un gioco di sguardi, di gesti, di parole sussurrate. Che c’è di male?”. Dunque, Lolita sul grande schermo e anche nella vita? Si ribella decisa: ”Assolutamente no. Anzi, mi dà proprio fastidio la definizione di Lolita: non capisco perché quando una ragazza giovane si innamora e fa innamorare di sé un uomo adulto, viene subito etichettata come Lolita, nome che ha un significato negativo. Se esistono le Lolite – protesta Maria – allora esistono anche i Loliti: si sa che agli uomini maturi piacciono le ragazzine, ma quelli giovani vengono attratti anche loro dalle donne d’esperienza. Insomma, l’amore è amore a tutte le età. Quando un uomo mi attrae non sto lì a verificarne la data di nascita: cerco solo di essere me stessa con semplicità, senza finzioni”. Ma a 18 anni, una relazione con un partner molto più grande non rischia di essere pericolosa? Sorride con un pizzico di sfrontata sicurezza: ”Semmai può essere pericolosa per lui. [...] Sì, provo vergogna e divento rossa quando mi sento al centro di certe occhiate insinuanti, oggetto del desiderio di qualcuno”. Ma non ha provato eccessivo imbarazzo a girare certe scene spinte in Melissa P. dove non manca niente, dall’autoerotismo davanti allo specchio al coito orale di gruppo: ”Innanzitutto, Francesca (Neri) mi è stata molto vicina. E poi in quei momenti, ho cercato di rilassarmi, di lasciarmi andare, concentrandomi sull’idea che era tutto fatto per finta, che stavamo solo recitando. Piuttosto, i miei partner maschili erano molto più nervosi di me, impacciati... è buffo, ma erano soprattutto preoccupati di apparire molto in forma, di mostrare i loro muscoli virili, tanto che sul set facevano continuamente flessioni”. [...]» (Emilia Costantini, ”Corriere della Sera” 6/11/2005).