MACCHINA DEL TEMPO LUGLIO 2005, 7 novembre 2005
Negli ultimi 15 anni, le motivazioni e, in certa misura, la ricerca e l’innovazione tecnologica giapponesi sono cambiate in modo graduale ma profondo
Negli ultimi 15 anni, le motivazioni e, in certa misura, la ricerca e l’innovazione tecnologica giapponesi sono cambiate in modo graduale ma profondo. In passato, la ricerca era diretta alla produzione, alle imprese, ora è diretta al consumo, alle persone. Siamo tutti abituati all’idea che la ricerca tecnologica in Giappone sia indirizzata al miglioramento dei processi produttivi e alla riduzione dei costi. I risultati ottenuti in questa direzione sono sotto gli occhi di tutti e stupiscono ancora, nonostante la crescita molto modesta dell’ultimo decennio. Per fortuna, la vecchia immagine del Giappone che copia, dei giapponesi che sanno solo fotografare e riprodurre, è scomparsa: i giapponesi hanno sempre voluto, e saputo, adattare alle proprie esigenze le tecniche ”copiate” dagli altri paesi. Ora però la direzione è migliorare la qualità della vita dei cittadini, accrescere il benessere. Se osserviamo le quattro priorità fissate per la ricerca, troviamo conferme: informatica di consumo per le famiglie, salute e biotecnologie, nanotecnologie e nuovi materiali, ambiente ed energia. Un esempio significativo: nel settore automobilistico l’obiettivo non è più ”l’automobile con zero difetti”, ma il traffico con zero incidenti; in altre parole la ricerca di un prodotto in grado di prevedere e reagire a situazioni di pericolo in modo autonomo. Il nuovo orientamento è sinergico con gli indirizzi di politica economica, che intendono promuovere una crescita trainata dai consumi privati più che dalle esportazioni. Carlo Filippini Docente di Economia politica alla Bocconi e direttore dell’Isesao, l’Istituto di studi economico-sociali per l’Asia Orientale della Bocconi.