MACCHINA DEL TEMPO LUGLIO 2005, 7 novembre 2005
Per i Greci antichi la foca monaca era sacra al dio del sole Apollo e al dio del mare Poseidone. Una delle prime monete, coniata intorno al 500 avanti Cristo e conservata al British Museum di Londra, rappresenta proprio una foca monaca (foto piccola a destra)
Per i Greci antichi la foca monaca era sacra al dio del sole Apollo e al dio del mare Poseidone. Una delle prime monete, coniata intorno al 500 avanti Cristo e conservata al British Museum di Londra, rappresenta proprio una foca monaca (foto piccola a destra). La sua effigie si ritrova anche in altre opere d’arte, in particolare negli antichi mosaici. Fino a pochi anni fa le informazioni più dettagliate su queste bestiole erano quelle rintracciabili negli scritti di Euliano, Plinio il vecchio e Aristotele. Nell’Odissea, Omero descrive un branco di foche, accudite da Proteo, che si scaldano sulle spiagge della Grecia; e Menelao indossa una pelle di foca, animale capace di proteggere dai capricci del destino. Ampiamente diffuso in tutto il Mediterraneo, il pinnipede era ben noto anche ai romani che gli attribuivano natura umana chiamandolo ”Vecchio di mare”. Una possibile spiegazione del mito delle sirene è rappresentata proprio dalla foca monaca. Per i pescatori e i marinai, la vista di questi animali era auspicio di buona fortuna. Siccome si credeva che la foca monaca avesse un sonno particolarmente profondo, era usanza mettere sotto al cuscino la sua pinna destra come rimedio contro l’insonnia.