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 2005  ottobre 31 Lunedì calendario

Anno II - Novantatreesima settimanaDal 24 al 31 ottobre 2005Iran. Mercoledì 24 ottobre il presidente iraniano Ahmadinejad ha detto che Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche e che la maledizione ricadrà su chi avrà contatti con quella nazione o ne riconoscerà l’esistenza, dato che in questo caso costui avrà commesso ”un crimine imperdonabile” e ”dovrà vedersela con la comunità islamica (Umma)”

Anno II - Novantatreesima settimana
Dal 24 al 31 ottobre 2005

Iran. Mercoledì 24 ottobre il presidente iraniano Ahmadinejad ha detto che Israele deve essere cancellato dalle carte geografiche e che la maledizione ricadrà su chi avrà contatti con quella nazione o ne riconoscerà l’esistenza, dato che in questo caso costui avrà commesso ”un crimine imperdonabile” e ”dovrà vedersela con la comunità islamica (Umma)”. Mentre folle di esaltati sfilavano a Teheran, i governi di tutto il mondo - anche quelli amici - condannavano la presa di posizione iraniana, che veniva smorzata dai ministri di Teheran nei giorni successivi, ma ribadita con forza domenica 30 dallo stesso presidente. Il quale aggiungeva che c’era poco da scandalizzarsi, dato che la posizione dell’Iran su questo punto risale a 24 anni fa e a una affermazione inequivocabile dell’ayatollah Khomeini ripresa di recente dal supremo ayatollah Khamenei. La presa di posizione iraniana significa che a un certo punto Teheran attaccherà Israele? Che, per impedirlo, gli americani invaderanno l’Iran? Siamo alla vigilia di un conflitto mondiale, avente come epicentro il Medio Oriente e come detonatore la questione palestinese? Gli iraniani hanno riaperto la centrale atomica di Isfahan, di cui non hanno obiettivamente bisogno dato che sono uno dei più grandi produttori al mondo di petrolio e gas naturale. Dunque, a Isfahan stanno fabbricando, o vogliono farci credere che stanno fabbricando, l’atomica. Secondo i fuoriusciti che si oppongono al regime sono pronti al 95 per cento. Secondo i servizi segreti israeliani gli ci vogliono ancora otto-dieci mesi. Secondo gli americani non saranno pronti prima del 2010. Bisogna considerare che questa presa di posizione arriva dopo l’approvazione della costituzione irachena, il ritiro di Sharon da Gaza e la crisi siriana, con l’abbandono del Libano. In Iraq, dove l’avvento di una democrazia simil-occidentale è naturalmente visto con inquietudine, gli iraniani hanno però la situazione sotto controllo e hanno creato un importante nucleo sciita che prende ordini da Teheran. C’è inoltre che, per restare al potere, la cricca di santoni che governa il Paese ha bisogno della tensione internazionale. Gli ayatollah vengono da un periodo di cauto riformismo (quello di Katami), del quale si sono liberati con un gigantesco broglio elettorale, che ha portato all’elezione di questo Ahmadinejad, un uomo profondamente ignorante, che non ha mai viaggiato all’estero, non capisce l’inglese, non guarda le tv satellitari: l’ex presidente Banisadr ha calcolato che le urne delle ultime presidenziali sono state riempite con almeno dieci milioni di schede fasulle. Tutto per respingere il mondo moderno che avanza e che ha nell’Occidente il suo simbolo. Gli attuali padroni dell’Iran non hanno tanto paura di Israele, quanto dei milioni di ragazze iraniane che vogliono a tutti i costi mettersi il rossetto.
Terrorismo. Il terrorismo islamico, che appare in difficoltà a Bagdad e in rotta nel resto dell’Occidente (nonostante i kamikaze all’hotel Palestine di lunedì 24 ottobre e l’assassinio, domenica 30, del fratello del vicepresidente iracheno), ha aperto un nuovo fronte in India: bombe sono state messe in tre mercati di New Delhi (Paharganj, Sarojini Nagar e Govindpuri), provocando 61 morti e 188 feriti tra la folla che stava facendo acquisti per la Festa hindu delle Luci (Diwali). La rivendicazione è di un gruppo poco conosciuto, l’Islam Inqilabi Mahaz, secondo gli inquirenti separatisti del Kashmir vicini ad Al Qaeda che tentano di impedire accordi tra India e Pakistan relativamente a quella regione. I due paesi hanno appena deciso di riaprire cinque valichi di frontiera per rendere più semplici gli aiuti alle popolazioni del Kashmir martortiate dal terremoto.
San Pietro. È una notizia minore, ma rende bene l’idea: fondamentalisti islamici hanno condannato a morte Omar Sharif, colpevole di aver interpretato San Pietro nella fiction di Raiuno andata in onda la settimana scorsa.
Ciagate. Dai tempi del Watergate (1972-1974), qualunque scandalo americano che tocchi la Casa Bianca prende il suffisso -gate, parola altrimenti innocente che significa ”cancello”. Adesso campeggia sui giornali il ”Ciagate”, cioè uno scandalo che colpisce Bush attraverso la Cia. A noi italiani, a dir la verità, non sembra affatto un affaire così scandaloso: un signore, che si chiama Irving Lewis Libby e che di mestiere fa il braccio destro del vicepresidednte Richard Cheney, è stato incriminato dal procuratore federale di Chicago, Patrick Fitzgerald, per aver ostacolato la giustizia, mentito sotto giuramento e depistato indagini fornendo false informazioni. Che indagini? Le indagini su un agente segreto, la signora Valerie Plame, la cui identità qualcuno rivelò al New York Times, bruciandola. Perché questa mossa, di aver rivelato l’identità, è così grave? Perché nel 2003 Valerie Plame, nella sua veste di funzionario della Cia, mandò il marito Joseph Wilson IV, di professione diplomatico, in Nigeria, a indagare sull’acquisto di uranio da parte di Saddam. Con l’uranio Saddam poteva fabbricare la bomba atomica. Questo rischio venne sbandierato da Bush come un’ottima ragione per far la guerra. La Cia, il cui capo era un clintoniano, era contraria alla guerra. Wilson tornò con le prove che la faccenda non stava minimamente in piedi e l’amministrazione Bush - si direbbe - si è vendicata facendo fuori l’agente segreto Plame, nel modo classico con cui si fanno fuori le spie: rivelando che sono spie. Particolari gustosi di contorno: il dossier sull’uranio nigerano venne preparato dal Sismi, con carta intestata dell’ambasciata di Nigeria che era stata rubata nella sede italiana di quel paese. La giornalista del New York Times che ha rivelato il nome dell’agente Plame - cioè Judith Miller - dopo essersi fatta tre mesi di galera per proteggere la sua fonte, adesso è nei guai col suo giornale, che l’accusa di frequentazioni troppo amichevoli coi potenti del paese (al New York Times c’è uno statuto in base al quale il giornalista che si fa offrire il pranzo da un politico è licenziabile in tronco). Anche se i giornali hanno pompato il caso a tutta forza, l’inchiesta ha lasciato fuori il vero pezzo da novanta, che è Karl Rove, l’uomo che ha fatto vincere Bush quattro volte (l’ultima, trionfalmente). Libby, che rischia dai 25 ai 30 anni di carcere e una multa di un milione e 250 mila dollari, patteggerà per evitare che un processo faccia uscire fuori verità ancora più sgradevoli sulle bugie dette dall’amministrazione per invadere l’Iraq, e magari sulle collusioni tra la famiglia Bush (padre e figlio) e lo stesso Saddam.
Petrolio. Durante il regime, Saddam produceva petrolio di nascosto e lo vendeva poi di contrabbando ad amici suoi sparsi in tutto il mondo, facendosi girare da costoro miliardi e miliardi di dollari in tangenti. Si chiama scandalo ”Oil for Food” (Petrolio in cambio di Cibo) e vede coinvolti politici e governi di tutto il mondo, dai russi agli americani. In pratica Saddam, prima di essere buttato giù, ha pagato tutti in tutti i Paesi. In Italia lo scandalo ha toccato decine di imprese e il governatore della Lombardia, Formigoni, che fino ad ora si è proclamato del tutto innocente.
Berlusconi. Berlusconi ha ripetuto quello che aveva già detto almeno quattro volte: che lui era contrario alla guerra in Iraq e che tentò in tutti i modi di persuadere Bush a non farla. La notizia è finita lo stesso sulle prime pagine di tutti i quotidiani.
Ghira. Andrea Ghira, uno dei massacratori del Circeo, sarebbe morto nel ’94 e sepolto sotto il falso nome di Maximo Testa nel cimitero di Melilla. Esiste però una foto, scattata nel 1995, che mostra un tizio con la barba in giro per Roma: talmente somigliante a Ghira da far venire parecchi dubbi su quest’ultimo colpo di scena. Infatti Donatella Colasanti, che trent’anni fa scampò fingendosi morta e facendosi ficcare nel bagagliaio dell’auto stretta al cadavere di Rosaria Lopez, non crede a questa nuova storia, su cui la madre di Ghira giura e per confermare la quale si stanno preparando le analisi del Dna sul cadavere di Maximo Testa. Ghira, dopo il delitto, si arruolò nella Legione straniera, poi abbandonata per faccende di droga. La famiglia ne ha sempre aiutato la latitanza ed è ora sotto inchiesta per questo.
Nuovo soggetto. I socialisti di Boselli e i radicali di Pannella si stanno unendo per dar vita a ”un nuovo soggetto politico”. Nascendo in Italia un partito al giorno, non ci sarebbe quasi notizia, se Boselli-Pannella non avessero buttato sul tavolo una questione dimenticata da tutti: i rapporti con la Chiesa e il Concordato ”da superare”. Non hanno trovato udienza in nessuna formazione politica nè a destra, dove li hanno quasi sbeffeggiati, nè a sinistra dove o si sono proclamati innorriditi o li hanno presi per matti (a cominciare da Prodi, e con l’eccezione di Bertinotti). Questo la dice lunga sulla potenza con cui la Chiesa tiene ormai avvinti i nostri partiti e sul fatto che forse il nuovo duo Boselli-Pannella l’ha indovinata: esisterà pure in Italia, e avrà anche bisogno di rappresentanza, una qualche opinione che non vuole ingerenze del clero nella vita pubblica. Si tenga conto che il Concordato è ormai uno strumento giuridico che non esiste in nessun luogo al mondo, ad eccezione dell’Italia.
Abbé Pierre. L’Abbé Pierre, 93 anni, il religioso più famoso di Francia, ha scritto un libro in cui confessa di aver avuto relazioni sessuali passeggere. Si proclama quindi favorevole al matrimonio dei preti, alle nozze omosessuali e al sacerdozio femminile. Naturalmente, scandalo.
Suicidio. Grazia Rignanese, 39 anni, incinta al settimo mese, s’è impiccata sulla veranda di casa sua a Manfredonia. L’ha trovata la figlia Michela, di 19 anni. L’altra figlia, Giusi Potenza, di 15 anni, era stata ammazzata l’anno scorso da un cugino-amante di 28 anni, sposato e con figli. Le indagini avevano scoperto che due amiche di Giusi la facevano prostituire. Quando era stato trovato il cadavere della ragazza, la mamma aveva colpito tutti per la sua innocenza: non riusciva a capacitarsi che la figlia, così bambina, avesse un amante. Figurarsi quando poi le fecero vedere che si dava a pagamento ai notabili della città. Il marito - e padre di Giusi - è agli arresti domiciliari in Lombardia per aver tentato di ammazzare a coltellate il padre di una delle due ragazze che avevano indotto la figlia a prostituirsi. Il settimo mese di gravidanza dice che Grazia aveva tentato di ricominciare a vivere. I medici hanno provato a salvare almeno il bambino. Non ci sono riusciti.