Gabriel Bertinetto, l’Unità, 04/11/2005, 4 novembre 2005
Iran, contro sit-in all’ambasciata italiana, l’Unità, 04/11/2005 La Contromanifestazione a Teheran c’è stata, ma in tono minore, senza il carattere di ufficialità che le avrebbe dato una formale autorizzazione da parte dei ministero degli Interni
Iran, contro sit-in all’ambasciata italiana, l’Unità, 04/11/2005 La Contromanifestazione a Teheran c’è stata, ma in tono minore, senza il carattere di ufficialità che le avrebbe dato una formale autorizzazione da parte dei ministero degli Interni. Duecento persone si sono radunate in mattinata davanti all’ambasciata d’Italia, occupando il lato opposto della via in cui si trova l’edificio. Non è stata invasa la sede stradale, non c’è stato intralcio al traffico. Segni anche questi dell’intenzione di mantenere la protesta entro i limiti di una testimonianza sinibolica, senza eccessi che moltiplicassero l’accensione dei riflettori mediatici.Si sono uditi slogan diventati da tempo un leit-motiv delle manifestazioni di regime in Iran: "Morte a Israele", "Morte all’America". Ma non è stato compiuto il temuto passo in avanti, con l’inclusione del nostro Paese nell’elenco dei soggetti bersaglio di bombardamenti verbali. Al contrario nessun grido ostile si è levato contro l’Italia, benché fosse implicita la volontà di contrapporre il raduno di Teheran alla fiaccolata che in serata era in programma a Roma davanti alla sede diplomatica iraniana."Non siamo contro il popolo italiano, ma contro i sionisti, che hanno penetrato il mondo politico italiano", spiegavano i presenti, in gran parte giovani e studenti, ma non inquadrati nelle organizzazioni delle milizie islamiche Basiji che normalmente promuovono questo tipo di iniziative. Ha preso la parola, prima in farsi e poi in italiano, Moliammad Hassan Qadiri Abianeh, ex addetto culturale presso l’ambasciata iraniana a Roma e attuale consigliere dell’ex presidente Akbar Hashemì Rafsanjani: "L’Iran considera quello italiano un popolo amico". Purtroppo, ha aggiunto, "si pensa che alcuni governanti italiani siano sotto l’influenza israeliana". "Questa non è una manifestazione anti-italiana o anti-ebraica -ha ancora detto Qadiri Abianeli- ma anti-sionista. Non riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele, come ha detto il presidente Mahmud Alimadineiad, non significa volere l’uccisione degli ebrei, ma chiedere, come chiediamo noi, che gli abitanti originari della Palestina, cristiani, ebrei e musulmani, possano votare liberamente sul sistema di govemo che vogliono".Spiccavano in mezzo alla piccola folla, alcuni ritratti di Edoardo Agnelli, il figlio dell’ex-presidente della Fiat Gianni, morto suicida alcuni anni fa presso Torino. Su un cartello campeggiava la scritta: "L’avete ammazzato". In Iran circola da tempo una versione della morte di Edoardo in cui si contraddice la tesi del suicidio. Edoardo, che si era convertito all’Islam, sarebbe stato ucciso in un complotto volto a iinpedirgli di ereditare il controllo della grande casa automobilistica, e consentire così che finisse in mano al ramo ebraico della famiglia nella persona di John Elkann. Gabriel Bertinetto