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 2005  novembre 04 Venerdì calendario

Iran, pochi studenti al corteo anti-italiano «Morte ai sionisti», Corriere della Sera, 04/11/2005 Cento, duecento manifestanti al massimo

Iran, pochi studenti al corteo anti-italiano «Morte ai sionisti», Corriere della Sera, 04/11/2005 Cento, duecento manifestanti al massimo. Molte donne. Tutte velate di nero. La protesta ieri mattina a Teheran davanti all’ambasciata italiana si è conclusa rapidamente e senza incidenti. La polizia iraniana ha presidiato la nostra sede diplomatica e tenuto i ragazzi dall’altra parte della strada. Non è stato nemmeno necessario interrompere il traffico. GLI ORGANIZZATORI – Come promesso alla vigilia, l’iniziativa non ha avuto sigle ufficiali: non hanno aderito i Basiji, i volontari delle milizie islamiche; non ha dato la propria autorizzazione il ministero degli Interni. La manifestazione si è ridotta a un raggruppamento «spontaneo». I partecipanti sono stati per lo più militanti di una decina di organizzazioni studentesche estremiste, che già avevano sfilato sotto altre ambasciate in protesta per le pressioni europee sul programma atomico iraniano. GLI SLOGAN – Striscioni contro l’Italia pochi. La maggior parte delle scritte e dei disegni srotolati dai ragazzi sarebbe andata bene per qualunque altro corteo anti-Occidente: un nerboruto e prepotente zio Sam, bandiere a stelle e strisce stracciate, «Morte all’America». Forte, come sempre, la componente anti-ebraica: «Morte al sionismo», «Palestina ai palestinesi». E poi una citazione della frase che, una settimana fa, ha innescato questa crisi. Il presidente ultraconservatore Mahmoud Ahmadinejad il 26 ottobre aveva detto: «Israele sia cancellata dalla mappa del mondo». Gli studenti hanno ieri ripetuto: «L’Islam vincerà, Israele deve essere cancellato e sarà cancellato». SULL’ITALIA – Una sola richiesta più politica: «I soldati italiani devono lasciare l’Iraq». Per il resto il tema anti-italiano dominante riguardava ancora il presunto «complotto ebraico» del quale sarebbe stato vittima Edoardo Agnelli (nella leggenda diffusa in Iran, si sarebbe convertito allo sciismo e la famiglia non avrebbe voluto far cadere la Fiat nelle mani di un musulmano). «Martire», scritto in italiano. E in inglese: «L’avete ucciso». Alla manifestazione era presente un gruppetto di attivisti che chiede l’apertura di un’inchiesta sulla vicenda. Tra i partecipanti, secondo l’agenzia Adnkronos, c’era Hossein Ghadiri, ex studente a Firenze, che negli anni Ottanta ha lavorato all’ambasciata iraniana a Roma come addetto stampa. E che secondo voci diffuse a Teheran sarebbe stato l’organizzatore dei viaggi di Edoardo nella Repubblica islamica. I PROBLEMI INTERNI – Una manifestazione contenuta, senza adesioni ufficiali, che potrebbe sembrare il tentativo di non esasperare lo scontro con l’Italia. Tanto più in un momento in cui Ahmadinejad deve confrontarsi con consistenti problemi interni. Il Parlamento gli ha già bocciato quattro ministri del governo. E ora potrebbe rifarlo con il nuovo responsabile per il Petrolio scelto dal presidente (ruolo chiave nel quarto produttore mondiale di greggio). La motivazione ufficiale dei deputati è che Ahmadinejad sta nominando per poltrone decisive personaggi per lo più sconosciuti. Ma è chiaro che è in corso un riassetto dei poteri. E che i guai in politica estera possono essere una distrazione, ma rischiano anche di complicare le cose. IL NUCLEARE – Il vero nodo con l’Occidente resta il nucleare. Tensione per l’intenzione annunciata di Teheran di iniziare una nuova fase della conversione dell’uranio nell’impianto di Isfahan. A sbloccare la crisi potrebbe intervenire la mediazione russa: Mosca ha proposto all’Iran una joint-venture per l’uso civile dell’energia atomica. Alessandra Coppola