MACCHINA DEL TEMPO LUGLIO 2005, 4 novembre 2005
Le piante che nascono spontaneamente in un simile ambiente sono costrette a sviluppare foglie piccole o modificate in spine (utili anche per tenere a bada gli animali) per ridurre al minimo la traspirazione
Le piante che nascono spontaneamente in un simile ambiente sono costrette a sviluppare foglie piccole o modificate in spine (utili anche per tenere a bada gli animali) per ridurre al minimo la traspirazione. Le piante grasse conservano l’acqua nei loro fusti carnosi e nelle radici, altre sono in grado di compiere il loro intero ciclo vitale nel breve periodo di umidità creato da una singola pioggia. Molte angiosperme vivono solo pochi giorni: i loro semi giacciono al suolo, talvolta per anni, fino a che un piovasco permette loro di germogliare. Le specie legnose hanno invece forti radici in grado di raggiungere l’acqua in profondità, o molto estese in superficie per catturare la rugiada o le gocce delle piogge più leggere. Le piante non spontanee dei deserti nascono nelle oasi, piccole isole verdi gestite dall’uomo, dove l’acqua viene faticosamente ripescata dai canali sotterranei (foggara) o da falde profonde. Bisogna così scavare pozzi o vasche interrate alimentate dalla condensazione notturna dell’umidità e dalle piogge. La riserva viene poi gestita e distribuita con equità dai ”maestri d’acqua” secondo regole secolari. Spesso le oasi sono circondate da dune artificiali, che proteggono dalle tempeste di sabbia le preziose coltivazioni: perché una palma dia datteri servono 15 anni di amorevoli cure.