MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 3 novembre 2005
Avete mai forato una gomma? Magari quando pioveva e non c’era nessuno, ma proprio nessuno, che veniva in vostro aiuto? facile credere che – almeno in quei momenti – avete desiderato un pneumatico che non si bucasse mai, che non si rompesse mai
Avete mai forato una gomma? Magari quando pioveva e non c’era nessuno, ma proprio nessuno, che veniva in vostro aiuto? facile credere che – almeno in quei momenti – avete desiderato un pneumatico che non si bucasse mai, che non si rompesse mai... Deve esser capitato qualcosa del genere anche alla Michelin, leader della produzione di pneumatici, tanto che gli ingegneri della sede di Friburgo, in Svizzera, hanno pensato a un copertone davvero rivoluzionario. Si chiama Airless, letteralmente ”senz’aria”: per questo non può forarsi e sgonfiarsi. Ma non è l’unica meraviglia, in questo settore, che ci prepara il futuro. Immaginatevi una ruota che non ha bisogno di esser gonfiata, che non potrà più creparsi e che non richiede alcun tipo di manutenzione. Se riuscite a immaginarla, allora forse pensate a qualcosa come Airless. Questo particolare pneumatico funziona grazie a una ”trappola per mosche”. La ”trappola per mosche” (sì, si chiama proprio così. Non è un nome di fantasia) è stata inventata da un ricercatore della Michelin, Marius Mignol, da cui è subito derivato il pneumatico radiale. In pratica, una serie di archi metallici distanti tra loro 1,5 cm e disposti attorno al pneumatico. Su questi archi è posto il copertone. Ricapitolando: c’è una struttura radiale di materiali compositi su cui è collocato un copertone. Dopo un bel numero di chilometri, il copertone si consuma. A questo punto, non dovrete far altro che cambiarlo. Ma la struttura radiale, invece, resta. E durerà ancora per molti anni, almeno quanto la vostra automobile. O così giurano alla Michelin. E non soltanto le vetture godranno di tali vantaggi. Grazie alla sua particolare struttura (che la rende quasi del tutto simile a un normale pneumatico), potrà essere usata anche per le motociclette. Ma, forse, la palma della ruota più originale spetta a un’altra innovazione: la Michelin Tweel. Il nome nasce dalla contrazione di due parole inglesi: tyre (pneumatico) e wheel (ruota). L’aspetto – a dirla tutta – non pare dei più rassicuranti: un semplice battistrada sorretto direttamente da una serie di raggi. Il segreto della nuova ruota sta appunto in questi raggi: sono in grado di resistere alle sollecitazioni estreme a cui è sottoposto un normale treno di gomme e, oltre a essere straordinariamente robusti, si dimostrano anche estremamente flessibili. Appena incontrano un ostacolo, infatti, si deformano senza compromettere la loro efficienza, per tornare appena possibile a una forma perfettamente circolare. Peculiarità davvero importante, e non soltanto per scorrazzare sui marciapiedi in barba ai regolamenti: le buche profonde e inaspettate fanno meno paura, mentre nella guida su fondi non asfaltati i vantaggi sono ancor più significativi. E per quanto riguarda chiodi o sassi acuminati... be’, è il caso di dire che la Tweel è una ruota che si ripara da sola: tanto, non può di certo forarsi! Resistenza a parte, questi nuovi pneumatici offrono prestazioni migliori, grazie alla possibilità di ottimizzare la loro flessibilità verticale (a tutto vantaggio del comfort) e laterale (+ 5 per cento), fondamentale per la tenuta di strada. Se si considera che i parametri possono esser definiti in modo del tutto indipendente per ogni ruota, si comprende il livello di precisione raggiungibile nella messa a punto dell’assetto, impossibile con qualsiasi altra ruota tradizionale. Nonostante Airless e Tweel siano prototipi, la produzione in serie non è lontana. «Il nostro obiettivo», spiega Terry Gettys, direttore del Centro Michelin a Greenville, Carolina del Sud (Usa), «è entrare sul mercato equipaggiando con la tecnologia Tweel mezzi dal peso ridotto e dalla bassa velocità. Ciò che scopriremo sarà poi applicato alle automobili». Per adesso, Tweel è montato su mezzi sperimentali. Come l’I. Bot, una carrozzella per disabili, frutto dell’ingegno di Dean Kamen, in grado di salire scale e superare marciapiedi e barriere architettoniche.