MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 3 novembre 2005
Quante sono, oggi, le persone che possono permettersi di non salire su un aereo? Chi, ad esempio, si perderebbe una bella vacanza alle Maldive o a New York per banali questioni di aerofobia? E quale manager comprometterebbe una carriera ben avviata pur di non affrontare l’ora di volo del classico tragitto Milano-Roma? Eppure in un mondo dove l’aereo è di gran lunga il mezzo di trasporto più sicuro (27 volte più dell’automobile e 2 più del treno), la sola idea di staccare i piedi da terra e di affidare il proprio destino a un pugno di sconosciuti terrorizza ancora milioni di persone
Quante sono, oggi, le persone che possono permettersi di non salire su un aereo? Chi, ad esempio, si perderebbe una bella vacanza alle Maldive o a New York per banali questioni di aerofobia? E quale manager comprometterebbe una carriera ben avviata pur di non affrontare l’ora di volo del classico tragitto Milano-Roma? Eppure in un mondo dove l’aereo è di gran lunga il mezzo di trasporto più sicuro (27 volte più dell’automobile e 2 più del treno), la sola idea di staccare i piedi da terra e di affidare il proprio destino a un pugno di sconosciuti terrorizza ancora milioni di persone. Ai dubbi e alle domande di taglio più tecnico, che nascono spontanei nel viaggiatore, ha risposto il pilota-scrittore americano Patrick Smith nel libro Chiedilo al pilota (Fusi Orari, 12 euro) che trae spunto dalla sua rubrica Ask the Pilot, una delle più seguite della rivista online Salon (da noi esce sul settimanale Internazionale). Ecco allora alcune delle classiche domande che affollano la mente del passeggero medio e gli interventi di tre esperti dell’Alitalia: il responsabile della sicurezza, un pilota di linea e uno psicologo che, da punti di vista diversi, ci aiutano a capire cosa sia la paura di volare e perché, quando saliamo su un grande aereo, non dobbiamo avere davvero nulla da temere.