Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  novembre 03 Giovedì calendario

Ha 43 anni, per 5 pilota militare e da 15 comandante Alitalia con 8.500 ore di volo alle spalle: Alberto Colautti affronta il problema da una prospettiva del tutto particolare

Ha 43 anni, per 5 pilota militare e da 15 comandante Alitalia con 8.500 ore di volo alle spalle: Alberto Colautti affronta il problema da una prospettiva del tutto particolare. «Il passeggero che ha paura vede nel pilota qualcuno che invece ne è totalmente esente e quindi incarna la sicurezza. Ma la realtà è diversa, e credo sia un bene. Un pilota senza paura sarebbe un incosciente portato a sottovalutare ogni tipo di rischio. Invece noi, grazie anche alla nostra preparazione, dobbiamo avere sempre la massima consapevolezza della difficoltà della situazione, saper percepire il giusto livello di rischio e, soprattutto, saper controllare l’emotività: è un aspetto centrale della nostra professionalità ed è uno degli elementi specifici di valutazione quando il pilota deve diventare comandante». Quali sono le caratteristiche di un pilota e come si svolge l’addestramento? «Il percorso per diventare pilota è decisamente lungo (circa due anni per diventare copilota) e gli ostacoli sono numerosi. Così la selezione è severa: servono capacità di concentrazione, saper percepire e valutare in breve un pericolo, saper prendere rapidamente decisioni importanti e adesso saper anche gestire un intero equipaggio. Si passa quindi a un’attenta visita medica psicofisica, a un primo addestramento presso gli aeroclub o la scuola di volo Alitalia, poi a un addestramento avanzato al volo strumentale e infine si cominciano i corsi professionali che portano alla licenza di pilota di linea». Una volta diventati piloti, a che tipo di controlli bisogna sottoporsi? «Fino a quando è in servizio, il pilota deve fare tre esami l’anno, due al simulatore e uno in linea. Poi ci sottoponiamo a un esame medico l’anno fino ai 40 anni e a uno ogni 6 mesi dai 40 anni in poi. E questo vale dal direttore di una compagnia aerea, che è pilota, all’ultimo dei copiloti». Com’è cambiato il passeggero nel corso degli anni? «Prima si volava soprattutto per motivi di lavoro. Oggi che i prezzi si sono abbassati e il mondo è molto cambiato, lo fanno quasi tutti. Ma le paure, in fondo, sono rimaste le stesse». (A sinistra, le donne pilota sono ancora poche ma, secondo i colleghi, sono «estremamente determinate»).