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 2005  novembre 03 Giovedì calendario

Sui fianchi o sulle cosce, in pochi cuscinetti o in vaste aree, in forma compatta oppure molle, l’odiata buccia d’arancia è una croce alla quale tutte le donne devono rassegnarsi

Sui fianchi o sulle cosce, in pochi cuscinetti o in vaste aree, in forma compatta oppure molle, l’odiata buccia d’arancia è una croce alla quale tutte le donne devono rassegnarsi. L’attività ormonale rende infatti il gentil sesso l’ospite ideale della cellulite. Che viene definita appunto un carattere sessuale secondario femminile. «Nessuna donna se ne sottrae. C’è una sorta di fisiologicità nella cellulite, almeno quando si presenta allo stadio di semplice inestetismo e non si trasforma in patologia», spiega Maria Concetta Romano, dermatologa presso la Scuola di specializzazione internazionale di medicina estetica della Fondazione Fatebenefratelli di Roma. «Spesso si commette l’errore di confondere l’adiposità localizzata con la cellulite vera e propria. Che invece comporta un’alterazione dei tessuti sottocutanei non direttamente legata all’accumulo di grasso. Ecco perché il dimagrimento non solo non è sempre necessario, ma può anche rivelarsi dannoso». Ma in che modo si forma la cellulite? Il suo nome scientifico è Pannicolopatia edemato-fibrosclerotica (Pef) ed è causata dal cattivo funzionamento della microcircolazione negli strati di tessuto più ricchi di grasso: le cellule di adipe aumentano di volume, i liquidi fanno fatica a essere smaltiti e rimangono lì, a gonfiare glutei, cosce, pancia, ginocchia e caviglie. «Nel primo stadio, quello del semplice inestetismo, la pelle è più pastosa e meno elastica, la cellulite si accumula su glutei e cosce, si avverte smania e gonfiore alle gambe ma il problema è reversibile», continua Romano. «Il processo degenera negli stadi successivi fino a portare all’indurimento e alla sclerosi del derma: la pelle assume l’aspetto a buccia d’arancia sulla pancia, alle braccia, sulla nuca, con dolore alla palpazione e viscosità capillare. A questo punto della patologia è molto difficile tornare indietro». Qualche rimedio però esiste. Si può intervenire sugli altri fattori che, oltre agli ormoni, favoriscono l’insorgere della cellulite: l’ereditarietà corporea, il sovrappeso, le abitudini alimentari, lo stile di vita e l’abbigliamento. «Servono abitudini di vita costanti e non cure improvvisate per l’arrivo dell’estate», consiglia l’esperta. «Sono da evitare alimenti troppo salati o grassi. Meglio le sostanze a effetto drenante come ortaggi e frutta di stagione, oppure le carni bianche e il pesce, ricco di omega-3, che con la loro azione anti-ossidante migliorano l’idratazione della pelle. E si deve bere molta acqua». Ma questo può non bastare. Stare troppe ore sedute, assumere posizioni non corrette, fumare, indossare pantaloni attillati e tacchi molto alti favorisce la cellulite. «Le tante pubblicità che offrono trattamenti per curare la cellulite sono spesso ingannevoli e contribuiscono a proporre dei modelli sbagliati alle più giovani. L’approccio alla patologia deve essere personalizzato e costante», spiega la dermatologa. «I cosmetici hanno un effetto superficiale, migliorano la qualità della pelle ma non risolvono il problema vascolare da cui nasce la cellulite». In alcuni casi, anche la chirurgia non è un rimedio efficace. Essa, infatti, agisce soltanto sulla componente grassa e non migliora la microcircolazione, che in alcuni casi può anche aggravarsi. Per questo è adatta soltanto per le adiposità localizzate, come i cuscinetti sui fianchi, e in ogni caso deve essere l’ultimo di una serie di trattamenti. Attenzione anche ai trattamenti a base di massaggi, che vanno ad aggravare l’infiammazione già esistente nelle zone colpite. «Solo il linfodrenaggio è indicato, perché è un massaggio che va a migliorare l’attività vascolare e libera i tessuti dai liquidi in eccesso e dalle tossine che ristagnano sotto la pelle: è fatto di movimenti di pressione e depressione lenti e ritmici che facilitano il ritorno venoso e prevengono la ritenzione idrica ma va sempre praticato da mani esperte», continua Romano. «Sono meno risolutivi, invece, i trattamenti che ripropongono meccanicamente questo massaggio: la pressoterapia, l’endermologia e la mesoterapia». Un rimedio efficace e sottovalutato è, invece, quello offerto dalle acque termali, più utili delle creme perché agiscono sull’attività vascolare oltre che sul grasso in eccesso. Insomma, costringersi a diete rigide o a estenuanti massaggi, serve davvero a ben poco. Davanti ai rimedi ”dell’ultimo secondo”, val più la pena seguire con costanza uno stile di vita adeguato. Inoltre, prima si comincia, meglio è: la cellulite, infatti, peggiora con il tempo e la trascuratezza. Quando è ancora un semplice inestetismo, è possibile intervenire, soprattutto curando alimentazione e stile di vita. Le regole d’oro: mangiare meglio, cioè senza pasticci, magari riducendo pane e zuccheri. Sostituirli, quando è possibile ma con costanza, con frutta e verdura. Anche lo stress, inoltre, fa la sua parte. Non sarebbe male dormire otto ore per notte: stando distese, infatti, l’organismo si depura molto meglio e le scorie se ne vanno via, quasi da sole. L’esercizio fisico è d’obbligo, perché rassoda i muscoli e riattiva anche la microcircolazione del sangue. Camminare, nuotare, fare jogging sono tutte attività consigliate. Soprattutto, occorre dare addio alla sedentarietà. Altra cura miracolosa è l’acqua, ma non soltanto quella termale. L’acqua, infatti, è uno dei più preziosi aiuti che la natura ci offre per combattere molti inestetismi e per migliorare la nostra salute: svolge un’azione depurativa e disintossicante e contribuisce alla eliminazione delle scorie. Bevete spesso, anche quando non ne avete voglia. L’ideale sarebbe raggiungere i 2,5 litri il giorno, anche sotto forma di tè o di tisane (non zuccherate, naturalmente). Inutile cercare disperatamente quella con il minor contenuto di sodio: nessun’acqua minerale ne contiene in quantità così elevate da poter nuocere all’organismo. Tutta l’acqua (compresa quella del rubinetto) fa bene.