MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 3 novembre 2005
Syusy Blady, tap-model per autodefinizione, velista, turista e quant’altro per caso (ma non ci crede nessuno), rivela il suo rapporto con la cellulite
Syusy Blady, tap-model per autodefinizione, velista, turista e quant’altro per caso (ma non ci crede nessuno), rivela il suo rapporto con la cellulite. Che vive... con leggerezza Diete, massaggi, preoccupazioni e creme... ma perché la cellulite non se ne va? Vi fu un tempo felice in cui gli uomini non sapevano distinguere tra rotondità e cellulite. Poi siamo arrivate noi donne e abbiamo svelato il segreto. L’errore più grande è stato pizzicottarci le cosce davanti al maschio gridando: «Ho la cellulite!». Tutto per renderlo partecipe di un dramma che doveva rimanere assolutamente nostro. Bisognava negare l’evidenza? L’unica difesa era un po’ di sana omertà. E poi un uomo, se è ”soltanto” un uomo e non un addetto ai lavori, non dovrebbe proprio sapere di che cosa si parla, quando si discute di buccia d’arancia. Ma lei, di cellulite, quanta ne ha? La mia cellulite è difficile da individuare, sotto la ciccia. Sono di coscia grossa, coscia emiliano-romagnola. Il mio modello sono sempre state le cosce di Raffaella Carrà, che andavano così di moda. Quindi non ho mai avuto grandi complessi. Non si preoccupa neanche un po’ di snellire la sua silhouette? Faccio poco: niente sport, nessuna dieta né massaggi. E poi ho una mia teoria: quando ti metti a dieta, il corpo entra in allarme, si spaventa e comincia ad assimilare di più, perché ha paura della carestia. Soffrire per una dieta è stupido. E lo è anche tentare di dimagrire per amore di un uomo. Anche perché alcuni di loro ti fanno soffrire così tanto che sono praticamente una clinica di bellezza. Insomma, abbasso la magrezza? La magrezza è, come la cellulite, uno dei miti della nostra epoca. E poi le mie gambe cicciotte possono risultare altamente erotiche, perfino di più di quelle magre. Perché non è detto che una gamba lunga e perfetta sia anche erotica.