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 2005  novembre 03 Giovedì calendario

Cinque Paesi (Italia, Grecia, Cipro, Francia e Isola di Malta) hanno istituito l’ambizioso programma ”Incroci: popoli e culture in movimento – Cambiamenti nel Mediterraneo dall’antichità ai tempi moderni”

Cinque Paesi (Italia, Grecia, Cipro, Francia e Isola di Malta) hanno istituito l’ambizioso programma ”Incroci: popoli e culture in movimento – Cambiamenti nel Mediterraneo dall’antichità ai tempi moderni”. In questo ambito è nata la mostra ”Crociate. Mito e realtà”: 116 oggetti provenienti da 20 musei e collezioni private che, dopo Cipro e Atene, sostano dal 24 giugno al 23 settembre in Basilicata nel castello di Lagopesole, che risale ai tempi di Federico II. Prossima tappa, Malta. Il luogo è senz’altro ricco di fascino, perfetto per una manifestazione organizzata, in Italia, dal Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr). Il visitatore, seguendo un percorso guidato e vivacizzato da simboli araldici e insegne, è trasportato in una sorta di ”città fortificata”, dove approfondisce passo passo aspetti delle Crociate ben diversi da quelli conosciuti. La religione, i simboli del potere, il commercio, l’economia, la vita urbana e la presenza dell’Islam in Occidente... sezione dopo sezione, ciò che è sempre stato letto come truce appare illuminato da una chiarezza nuova. «Fin dalla parola ”Crociata”», suggerisce Antonella Pellettieri. «Che fu usato soltanto dal 1250 in poi. All’inizio, infatti, si parlava di peregrinatio (’pellegrinaggio”) o iter (’viaggio in armi”). Dal XII secolo s’affermò il termine passagium (’viaggio attraverso il mare”) o passagium generale, quando s’indicavano le spedizioni maggiori, indette da un’apposita Bolla pontificia. Anche lo studio delle parole svela molte cose in più sulle Crociate». La mostra è stata anche l’occasione per un convegno internazionale sull’Ordine dei cavalieri Giovanniti.