MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 3 novembre 2005
Il suo aspetto poco aggraziato, i versi stridenti che emette nella notte, i luoghi oscuri in cui vive non ne fanno certo l’animale più amato dall’uomo
Il suo aspetto poco aggraziato, i versi stridenti che emette nella notte, i luoghi oscuri in cui vive non ne fanno certo l’animale più amato dall’uomo. Così, nelle sere d’estate, quando è facile avvistare un pipistrello sopra le nostre teste o vederlo aggrappato alle travi di un solaio a testa in giù, poche persone si risparmiano grida di paura. In effetti del pipistrello non si può dire che sia bello, però è innocuo. Anzi, da gran cacciatore di insetti quale è (in una sera può mangiarne fino a 300, soprattutto moscerini) può risparmiarci anche qualche fastidiosa puntura di zanzara. Il pipistrello, nonostante i suoi voli notturni e le ali, non è un uccello. un mammifero, della famiglia dei Chirotteri, l’unico che abbia sviluppato la capacità di volare. Mentre le ali degli uccelli sono ricoperte di penne, le ali dei pipistrelli sono il risultato di una modificazione della dita e del braccio: una membrana di pelle molto sottile ed estesa, chiamata patagio, unisce le cinque estremità molto allungate degli arti anteriori con il lato del corpo e permette all’animale di volare. Il termine chirottero, non a caso, significa ”mano alata”. In volo possono raggiungere una velocità, mediamente, di 20-50 chilometri all’ora con frequenze di 40 battiti alari al secondo. un’attività tutt’altro che riposante: richiede un notevole sforzo muscolare e quindi un’elevata circolazione sanguigna. Per riposarsi durante le soste (o nel letargo invernale) i pipistrelli afferrano i rami degli alberi o le grondaie dei tetti con gli artigli delle zampe e si mettono a penzolare a testa in giù: la presa degli arti inferiori non comporta fatica e le zampe, tra l’altro, sarebbero troppo piccole rispetto al resto del corpo per sostenerli a testa in su. Una delle leggende nate intorno a questo animale attribuisce la sua predilezione per le ore buie del giorno alla natura ibrida, a metà tra topo e uccello. I topi non lo riconoscono perché ha le ali, e i volatili lo rifiutano perché non fa le uova. Sconsolato, per rendersi invisibile ai più, il pipistrello dorme di giorno e vive di notte. Credenze popolari a parte (vedi box), per adattarsi alla vita nottambula i pipistrelli hanno sviluppato una singolare strategia. Una specie di sistema radar, con il quale, pur non vedendo quasi nulla, riescono sempre a sapere dove si trovano. Hanno infatti occhi piccoli e una vista limitata, ma un udito eccezionale. Ed è proprio grazie alle grandi orecchie che vedono e percepiscono il mondo che li circonda, nonostante l’oscurità più nera. Nel volo, con le narici o con la bocca, emettono di continuo ultrasuoni che si infrangono contro gli oggetti circostanti. Il suono è un’onda che si propaga nell’aria e quindi viene riflessa quando incontra un oggetto o un animale presente nei dintorni. Il pipistrello capta l’eco dei suoi versi, poi l’informazione ricevuta dai sensori posti nei padiglioni auricolari viene trasmessa al cervello, che a sua volta traduce i suoni riflessi in una nitida immagine del contesto esplorato. In questo modo scandagliano l’ambiente e riescono a localizzare sia gli ostacoli sia le prede da catturare, stabilendo a che distanza e in quale direzione si trovano. Il sistema di orientamento dei pipistrelli si chiama ecolocalizzazione e ha molto affascinato etologi e studiosi che ne hanno studiato a lungo i meccanismi. Gli esseri umani non percepiscono la maggior parte dei suoni emessi dal pipistrello. Sono infatti onde sonore molto acute, cioè caratterizzate da tante oscillazioni al secondo. L’orecchio umano distingue suoni compresi tra una bassa frequenza di 16 Hertz e un’alta frequenza di 18-20 mila Hertz. Sopra questa soglia si parla di ultrasuoni, che noi non riusciamo a udire. Il verso che sentiamo di notte è solo una minima parte di quello che emette. Per capire meglio come i chirotteri usino questo sonar per la caccia, si può lanciare in aria un sassolino nelle vicinanze di un pipistrello in volo. L’animale andrà subito in picchiata verso ciò che abbiamo tirato in alto, perché il pipistrello individua il sassolino con gli ultrasuoni, e scambiandolo per una preda, si dirigerà verso quella direzione. Oltre che per sondare il territorio, i suoni dei pipistrelli hanno anche una funzione (secondaria) sociale: nel periodo degli accoppiamenti i maschi emettono versi per attirare le femmine. La fine dell’estate è la stagione dell’amore, ma i piccoli vengono alla luce solo alla fine della stagione primaverile, intorno al mese di giugno. Le femmine li allevano lontano dai maschi e, dopo poche settimane, i pipistrellini sono già capaci di volare. Pronti per dare la caccia agli insetti in luglio e agosto e fare il pieno di grasso, prima di andare in letargo.