La Repubblica 01/11/2005, pag.V (cronaca di Roma) Carlo Picozza, 1 novembre 2005
L´ospedale dei cambi di sesso. La Repubblica 01/11/2005. Transiti di sesso in crescita a Roma. Erano tre i maschi che diventarono donne nel 1992 quando al San Camillo si cominciò a operare per «l´adeguamento tra identità fisica e identità psichica»
L´ospedale dei cambi di sesso. La Repubblica 01/11/2005. Transiti di sesso in crescita a Roma. Erano tre i maschi che diventarono donne nel 1992 quando al San Camillo si cominciò a operare per «l´adeguamento tra identità fisica e identità psichica». Ora si è arrivati a quasi 50 cambiamenti di sesso l´anno. E non più solo maschi all´anagrafe che vogliono approdare anche anatomicamente all´altro sesso (26 nel 2004). Ma anche donne che sentendo di appartenere all´altro genere desiderano raggiungerlo con la chirurgia (21). In totale, l´anno scorso, sono stati 47 i cambiamenti di sesso nell´ospedale di Monteverde, unico a praticare questo tipo di interventi nel Lazio e tra i pochissimi in Italia dove le «riassegnazioni chirurgiche di sesso» riguardano entrambi i generi. Ma alla crescita del numero delle trasformazioni non si accompagna la semplificazione delle procedure giudiziarie per entrare in sala operatoria. Prima degli interventi chirurgici necessari (più di uno) al cambiamento anatomico di sesso, ci si deve sottoporre a trattamenti ormonali e a terapie psicologiche. Cure non obbligatorie per legge, ma «indispensabili per una scelta consapevole», sostengono i sanitari. «La chirurgia è l´ultima tappa», spiega il primario di Chirurgia plastica e ricostruttiva, Aldo Felici. «Passano almeno 2 anni da quando un paziente arriva qui. In sala operatoria entra dopo essersi sottoposto alle cure di psicologi ed endocrinologi». «Sono persone che soffrono dei disturbi dell´identità di genere», continua Felici. «Sentirsi maschio o femmina, quando all´anagrafe si è registrati sotto un altro sesso, tocca nel profondo tutti gli aspetti della personalità, non solo quelli sessuali...». In cosa consiste la terapia ormonale? Felici: «Nella soppressione degli ormoni del sesso originario e nella somministrazione di quelli del sesso da conseguire». Ma si comincia con la terapia psicologica. «La prima cosa - spiega lo psicologo Luca Chianura - è definire il percorso migliore per ognuno dopo aver accertato l´esistenza di un disturbo dell´identità di genere». In altre parole, esistono disturbi che possono essere confusi: «Il travestitismo, per esempio, che consiste nell´utilizzare vestiti-feticcio del sesso opposto per l´eccitamento, non è affatto scontato che nasconda un´altra identità sessuale». «Poi - continua Chianura - ci si può trovare di fronte a persone che non accettando la propria omosessualità pensano che forse è meglio cambiare sesso. Infine c´è il desiderio di cambiare genere motivato da disturbi psichiatrici di tipo schizzofrenico: si struttura un delirio monotematico, si fantastica che con il cambiamento di sesso scompaiano problemi e disturbi». Senza una diagnosi attenta, insomma, al dolore se ne può aggiungere altro. Dopo la diagnosi, c´è la psicoterapia. «Molti - spiega Felici - si aspettano di venire e fare subito. La psicoterapia non è obbligatoria. La legge prevede che un giudice nomini un perito...». Che non necessariamente è uno psicologo o una psichiatra. «Spesso dalla lista dei periti viene scelto un ginecologo», dice Chianura. «La psicoterapia è necessaria proprio per discernere e scegliere. E per aiutare ad affrontare gli interventi chirurgici». Carlo Picozza