La Stampa 31/10/2005, Bruno Ventavoli, 31 ottobre 2005
Il fumetto gay? Porno, amore e fantasia. La Stampa 31/10/2005. L’albo si apre con tre amici seduti sul divano davanti a un televisore
Il fumetto gay? Porno, amore e fantasia. La Stampa 31/10/2005. L’albo si apre con tre amici seduti sul divano davanti a un televisore. Commentano cassette porno, mentre un cagnolino abbaia in un angolo in sintonia con i mugulati di piacere. Parlano di boccoli biondi, dell’opportunità di guardare un video etero con Rocco Siffredi, del sesso femminile piacevole e caldo (se non fosse che è circondato da una donna), di orgasmi, erezioni. Alla fine della dotta disquisizione cinefila si masturbano pure. Certo, usano l’ironia, la malinconia, la stralunatezza dei Peanuts o di Doonesebury; e i personaggi sono stilizzati, con nasi enormi, occhi sporgenti e stralunati, corpi sgraziati, flaccidi, panzuti, cadenti. Ma la situazione è hard senza perifrasi, come il resto della storia, Palle di Toro, di Ralf König, premiata come miglior fumetto dell’anno a Lucca Comics, la rassegna che si è chiusa ieri nella città toscana. Un piccolo omaggio che profuma di scandalo e coraggio verso uno dei disegnatori più iconoclasti d’Europa. König è dichiaratamente gay, crea fumetti gay che raccontano il mondo gay con arguzia e sberleffi pari alle grandi strisce di costume. Nella natia Germania, e nel resto d’Europa, è un autore di culto, in Italia è apparso su Linus e Blue. I primi albi, tirati in poche copie da editori di nicchia, sono rari e costosissimi. Palle di Toro, apparso in Germania nel ’92, esce da noi con Kappa Edizioni. la storia di Paul e Konrad, fidanzati da tempo, senza più desiderio, distratti nel fare la spesa e nelle faccende quotidiane. Konrad è maestro di pianoforte, s’invaghisce dei suoi efebici allievi, suscitando sospetti di pedofilia in padri arrabbiati (ovviamente maneschi) e confessioni terrorizzate di madri pie che scoprono foto omoporno nei cassetti dei figlioli. Paul perde invece la testa per un rude e massiccio muratore spagnolo. Lo spia con il cannocchiale, lo osserva mentre fa pipì tra gli alberi, lo trascina nelle birrerie gay e cerca di sedurlo proponendogli un nirvana di libidine. Alla fine ci riesce pure, in modo un po’ surreale e brutale, suggerendo divertitamente che il confine tra gay e etero si varca con facilità. Il muratore s’addormenta soddisfatto della sua prima esperienza omosessuale, Paul nel buio della notte sogna un romantico cuoricino (da storie rosa) e fantastica un impossibile futuro in Andalusia con il suo macho Ramon. Una normale vicenda di seduzione e amore, quindi, ambientato nel mondo gay con ironia e autoironia sul proprio modo di vivere, sugli «scheccheggiamenti», sui pettegolezzi, sui pregiudizi degli etero, sul sesso sfrenato e facile, sulle infinite varianti che due corpi maschili possono sperimentare negli accoppiamenti. Anche le pratiche più estreme, che a un banale etero magari paiono un filino sadomaso, diventano argomento di chiacchiera disnvolta tra un telefilm e una ricetta di cucina. Ralf König, nato a Soest 45 anni fa, dopo aver fatto un po’ il falegname si è messo a disegnare fumetti. Dalle sue storie traggono film e opere teatrali (che peraltro lui aborrisce, perché troppo commerciali e triviali). E’ famoso. Ma lui continua ostinato a divertirsi con storie surreali sull’omosessualità, mescolando l’hard più spinto al sorriso sornione. Uno dei suoi libri più divertenti, per esempio, è Il Condom Assassino, con un preservativo psicopatico, vero e proprio «divoratore di piselli» in lattice, che semina il panico in città e viene affrontato dal coraggioso ispettore Mackeroni. König ha cominciato a scrivere negli anni 80, in Germania, paese all’avanguardia nella libertà dei diritti gay. Ricorda però che non era facile essere omosessuali nella provincia tedesca. Solitudine, disprezzo, lazzi, erano abituali. I gay, certo, affioravano nel cinema popolare e nella tv commerciale, ma spesso come macchiette, o come personaggi malinconici e rinunciatari. Nei suoi fumetti König ha fin da subito sbriciolato questa immagine, raccontando il mondo omosessuale nella sua normalità, sorridendoci sopra, ideando gioiosi inni al relativismo dei gusti erotici. Ha cominciato su riviste gay e vietate ai minori. In breve è uscito dal ghetto. Conquistando consensi. Ogni tanto qualcuno si scandalizza per le scene di sesso troppo esplicito. E stigmatizza. Ma l’hard esibito così disinvoltamente è funzionale alla quotidianità che racconta. Fellatio e sodomie sono naturali. Quanto una tazza di tè o la scelta di un maglione. Pornografia? Assolutamente no, risponde lui. Come fanno a essere porno i miei personaggi con i loro nasi giganteschi, molto più grandi dei loro sessi? Bruno Ventavoli