MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 2 novembre 2005
La scrittrice Maggie Paley, agli inizi del Duemila, ha fatto la stessa domanda a signore di tutte le età
La scrittrice Maggie Paley, agli inizi del Duemila, ha fatto la stessa domanda a signore di tutte le età. La prima risposta ricevuta, per i maschi poco dotati, è molto confortante: «Per me la grandezza del pene non è importante. Non quanto quella del cervello». Di tutt’altro parere la seconda intervistata: «Le misure contano, eccome. Un uomo dotato dà l’impressione di essere più potente. qualcosa di quasi primitivo. Sono stata con uomini normali e fare l’amore con loro era piacevole, ma non soddisfacente. Il mio miglior amante aveva un pene di 23 centimetri». Altra opinione femminile: «Quando sei nel turbine del primo amore stai vivendo un’illusione, e lui può anche avercelo come una matita che non importa. Man mano che vai avanti, però, se è come una matita conta veramente tanto». Aggiunge un’altra: «Non che debba essere il più grande del mondo. Ma se è troppo piccolo è un po’ come se si perdesse. Quando azzecchi la media, la misura non conta più. Da lì in poi conta solo quanto è bravo l’amante». Anche nel Duemila, però, qualcuna si dichiara spaventata da misure esagerate. «A 18 anni mi ero messa con un rockettaro punk che si diceva avesse un gran pene, con il piercing, e io ero tutta elettrizzata. Ci sono stata, e mi ha fatto male. Era così grosso che era proprio un bel problema. E ho pensato delusa: è per questo affare che mi sono tanto scaldata?».