MACCHINA DEL TEMPO agosto 2005, 2 novembre 2005
La sindrome di Stendhal è uno stato d’intenso stordimento e di instabilità emotiva, accompagnato da capogiri, palpitazioni, amnesia temporanea e attacchi di panico, che può colpire chi è esposto a un’overdose di opere d’arte e monumenti storici
La sindrome di Stendhal è uno stato d’intenso stordimento e di instabilità emotiva, accompagnato da capogiri, palpitazioni, amnesia temporanea e attacchi di panico, che può colpire chi è esposto a un’overdose di opere d’arte e monumenti storici. La sindrome prende il nome dal grande scrittore francese, perché sembra sia stato lui il primo a descriverne i sintomi. Nel 1817, mentre visitava Firenze, Stendhal si sentì letteralmente sopraffatto dalla ricchezza artistica e storica della città. In particolare, visitando Santa Croce, sostando davanti alle tombe di Machiavelli, Michelangelo e Galileo e contemplando i famosi affreschi di Giotto, entrò in ”una sorta di estasi”, si sentì totalmente sopraffatto dal ”sublime”, e fu colto da palpitazioni e dal timore di svenire. Circa centocinquant’anni dopo, verso la fine degli anni ’70, un’équipe medica dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze riscontrò che molti turisti in visita a Firenze accusavano sintomi di stordimento e attacchi di panico. La psichiatra Graziella Magherini, ricordando che Stendhal aveva descritto sintomi dello stesso tipo, chiamò questo malessere la ”sindrome di Stendhal”.