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 2005  novembre 02 Mercoledì calendario

Il Quarto Ponte non è un’opera pubblica qualsiasi, è un unicum, la creazione di un artista. Questo, combinato con la particolare sede, crea una serie di problematiche in tutte le fasi del lavoro, dalla progettazione alla posa in opera

Il Quarto Ponte non è un’opera pubblica qualsiasi, è un unicum, la creazione di un artista. Questo, combinato con la particolare sede, crea una serie di problematiche in tutte le fasi del lavoro, dalla progettazione alla posa in opera. Della difficile costruzione, ai confini tra il lavoro industriale e quello artigianale, si è occupata un’azienda italiana, la Lorenzon Techmen System S.p.A. di Noventa di Piave. Per saperne di più abbiamo sentito il direttore dei lavori, l’ingegnere Roberto Scibilia. Quali problemi si sono presentati nel corso della realizzazione del Quarto Ponte? Quest’opera è un prototipo. Non esiste al mondo un ponte ribassato con questa forma, non segue nessuno schema modellistico con cui normalmente vengono realizzate le strutture in acciaio. Le particolari forme geometriche dei componenti che vanno a intersecarsi non sono rappresentabili su due dimensioni: senza l’ausilio di avanzati software 3D non sarebbe stato neppure possibile avere un disegno delle superfici di intersezione, indispensabili per definire come dovessero essere effettuate le saldature. Ci sono state anche difficoltà di costruzione? Ogni elemento che compone il ponte è stato sagomato e realizzato singolarmente: sono parti uniche di un’opera d’arte altrettanto unica. Le stesse tecniche costruttive sono state affinate in corso d’opera (questo è uno dei motivi dei ritardi): le saldature, ad esempio, hanno degli spessori enormi. A cosa si deve la scelta di materiali? Con la pietra d’Istria e il vetro Calatrava ha compiuto una scelta molto veneziana: la prima è presente in numerosi monumenti della città ed è superfluo aggiungere che Venezia è famosa in tutto il mondo per il vetro. Oltre alla pavimentazione, anche i parapetti saranno una fascia continua di vetro, con corrimano di bronzo. Come avverrà la messa in opera? Il ponte è costituito da spalle in cemento armato già realizzate sulle sponde del Canal Grande, pronte ad accogliere la struttura vera e propria d’acciaio. In origine Calatrava pensava di realizzare la struttura ad arco in tre pezzi, da assemblare in seguito in loco. La soluzione adottata è stata invece quella di montare fuori opera tutta la struttura, costruendo un arco unico. La società costruttrice ha realizzato sei pezzi in officina: ogni volta che uno di questi pezzi è stato ultimato, è stato trasportato su una banchina a Porto Marghera per essere assemblato e verniciato. Grazie a particolari carrelli, il ponte verrà portato su un pontone, un’imbarcazione lunga 50 metri e larga 16) che partirà da Porto Marghera per giungere fino all’imbocco del Canal Grande. Da qui percorrerà l’intero Canal Grande, passando sotto i tre ponti già esistenti. E questo non comporterà disagi per la circolazione? Certo. Per questo il pontone si muoverà di notte: per arrivare a destinazione impiegherà 6/7 ore, di cui due solo per passare sotto il ponte di Rialto. Qui, infatti, la struttura del Quarto Ponte, appoggiata sull’imbarcazione, sfiorerà di soli 40-50 cm per lato il ponte cinquecentesco. Alla fine del suo viaggio il pontone verrà ormeggiato lungo il Canal Grande e nei successivi 2/3 giorni si effettueranno ulteriori predisposizioni per il successivo montaggio. Infine, probabilmente una domenica, dopo aver bloccato il transito davanti a piazzale Roma, il ponte verrà sollevato dall’imbarcazione con martinetti e collocato nella sua sede definitiva.