Varie, 2 novembre 2005
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Rosberg Nico
• Wiesbaden (Germania) 27 giugno 1985. Pilota di Formula 1. Nel 2010 alla Mercedes. Figlio di Keke. Esordio nel 2006 con la Williams • «Parla italiano con un accento vagamente milanese, ma non è nato a Milano. Suo padre è finlandese eppure lui non ne conosce lalingua madre. Quando vince e sale sul podio suonano l’inno tedesco, il Paese dove è nato il 17 luglio 1985 (a Wiesbaden, la città della mamma), anche se non ha mai vissuto in Germania. ”Non è bello. Ho provato un po’ di invidia quando vedevo Nelsinho Piquet gioire dopo una vittoriacon la bandiera brasiliana, io non posso farlo. Diciamo che sono un pilota... europeo”. Così si definisce Nico Rosberg. [...]» (Andrea Cremonesi, ”La Gazzetta dello Sport” 4/11/2005) • «[...] ha fatto vedere, in GP2, di essere un driver allo stesso tempo aggressivo, capace di gestire con il cervello una corsa e soprattutto di saper mettere a punto l’assetto della sua vettura. Dopo aver inseguito in classifica per tutto l’anno Kovalainen, Nico era arrivato alla conclusione del campionato sulla pista degli Emirati Arabi con tre punti di vantaggio sull’avversario. Avrebbe anche potuto perdere la testa, invece ha gareggiato con il piglio del campione. Basti dire che dopo aver vinto la gara lunga d’apertura, è riuscito a ripetersi nella seconda, più corta, partendo dall’ottava posizione, nella quale era stato relegato, visto che il regolamento prevede l’inversione sulla griglia dei primi otto della prima corsa. Finlandese di origine, ma tedesco di nascita, il ventenne Nico Rosberg, con molti successi all’attivo anche nelle formule minori, ha tutte le carte in regola per diventare un campione. Chi ha avuto modo di metterlo alla prova parla di un pilota in grado di imparare le piste senza problemi e di stabilire tempi subito di rilievo. In più il giovanotto parla correntemente 4 lingue (tedesco, inglese, francese e italiano, benissimo) e ha un aspetto accattivante, da personaggio. Alto 1,78, capelli lunghi biondi e occhi verdi-azzurri, ha il look perfetto per affascinare tifosi e tifose, anche in Italia. Dei figli d’arte è certamente il migliore [...]» (Cristiano Chiavegato, ”La Stampa” 30/10/2005).