2 novembre 2005
Tags : Anne. Nivat
Nivat Anne
• Nata nel 1969. Giornalista. «Quali effetti produce un reportage? Di quanto coraggio ha bisogno un/una giornalista? Quanta parte ha nell’arte del reportage il gusto dell’avventura? Sono domande che ci si pongono leggendo il libro di Anne Nivat Voci da Kabul Voci da Baghdad. Anne ha un grande vantaggio sui colleghi che scrivono per i quotidiani o i settimanali. Ha tempo. Non è obbligata a stare sulla notizia. Arriva quando i colleghi partono, quando ”non c’è niente di nuovo”. un’esploratrice solitaria. Non viaggia in aereo, non dorme in albergo. Prende autobus e taxi collettivi e cerca sempre un alloggio presso gli abitanti del luogo. Ha una sola perdonabile debolezza, quella di credere di potersi mimetizzare meglio vestendosi con abiti locali, mentre è esperienza consolidata che nessun chador ha mai potuto nascondere un’identità occidentale. Ci fa entrare nelle case e nell’intimità di tutta una galleria di piccoli e grandi personaggi. Si trova a cenare e a conversare da sola con gli uomini di casa, mentre le donne, bandite dal costume a partecipare alle discussioni degli uomini, l’aspettano per le chiacchiere notturne nelle stanze loro riservate. Ma non sono pochi gli uomini, pur ligi alla tradizione, che le confessano quanto sognerebbero di avere al loro fianco una moglie istruita. Figlia di uno slavista traduttore di Solgenitsyn [...] vive a Mosca, al centro di una di quelle società in transizione che lei esplora, traumatizzate da una liberazione improvvisa. Ha cominciato con la Cecenia. Poi ha girato l’Afganistan. [...] Poi dall’Afganistan in Iraq. Non ha tesi da dimostrare, solo storie da raccontare. Ma da essere traspaiono questioni politiche, ad esempio l’imperizia degli americani che in Afganistan e in Iraq si consideravano liberatori e invece hanno presto suscitato sfiducia e poi ostilità» (Vanna Vannuccini, ”la Repubblica” 29/10/2005).