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 2005  novembre 02 Mercoledì calendario

Nahles Andrea

• Nata a Mendig (Germania) il 20 giugno 1970. Politico. Della Spd. Dall’ottobre 2005 segretario del parito. «[...] nata in un piccolo paese del sud-ovest, Weiler, s’iscrive a 18 anni alla Spd e a 25 anni diventa la leader dei giovani dell’Spd. Sempre convinta che occorra rafforzare la politica sociale. Deputata dal ’98, Andrea è stata una dei più duri critici di Schröder, di cui diceva che era ”senza concetto, senza prospettiva, senza istinto”. Ma ne ha anche applaudito il coraggio quando ha deciso di andare alle elezioni. ”L’Spd - diceva - non può divorziare da Schröder”» (’Corriere della Sera” 1/11/2005). «’Io sono una persona combattiva”[...] ”E rumorosa”, aggiungono i suoi avversari interni nella Spd. Le due qualità non sono in contraddizione. Perché quando scende in battaglia, la giovane studiosa di letteratura, designata a sorpresa alla carica di segretario generale dei socialdemocratici, non le manda mai a dire. La ”Bild” l’ha definita ”la compagna col morso che uccide” [...] ha già recitato da protagonista nell’affondamento di tre presidenti della Spd: Rudolf Scharping, Gerhard Schröder e, per una volta in modo non del tutto volontario, Franz Müntefering. ”Un regalo della Provvidenza”, la definì nel novembre 1995 Oskar Lafontaine, al celebre congresso di Mannheim, quello che riportò il Napoleone della Saar al vertice della socialdemocrazia. Nahles, allora leader degli Jusos, la gioventù socialdemocratica, aveva appena svolto un ruolo decisivo nella caduta di Scharping, leader senza più entusiasmo e qualità, mobilitandogli contro la base più giovane e annunciandogli personalmente il voto negativo della sua organizzazione. Andrea Nahles è nata a Mendig, piccolo villaggio del Nord Reno-Vestfalia. Suo padre faceva il capomastro, sua madre l’impiegata. Lei ha scelto la politica e la Spd già a 18 anni. Segretario di sezione, responsabile di zona, consigliere comunale, capo di una federazione, leader degli Jusos nel suo Land, prima di prenderne la guida nazionale nel 1995, la sua è una classica carriera socialdemocratica, senza mai però rinunciare allo studio della germanistica. Nel discorso con cui [...] convinse i delegati a votarla, Nahles si definì ”candidata indipendente” e prese le distanze dall’’ala marxista” dell’organizzazione. Il suo cuore però ha sempre battuto a sinistra. Entrata al Bundestag nell’ottobre 1998, si era distinta subito fra i critici più severi del neo-cancelliere e presidente del partito, Gerhard Schröder, da lei definito ”il demolitore del progetto socialdemocratico”. Anche per questo venne punita nel 2002, quando un basso posto nella lista proporzionale le costò per 800 voti il seggio di deputata. Lei non se ne ebbe a male. Continuò a lavorare nel partito, dove proprio Müntefering le affidò un’importante commissione di lavoro, e nel frattempo finì la sua tesi di dottorato sul romanzo storico. Anche senza la tribuna del Reichstag, fu ancora contro Schröder e la sua politica delle riforme, che Andrea Nahles si conquistò il ruolo di pasionaria della sinistra socialdemocratica. ”Senza concetto, senza prospettiva e senza istinto”, fu la frase con cui bollò l’Agenda 2010, il pacchetto di tagli allo Stato sociale fortemente voluto dal cancelliere socialdemocratico. Il quale ricambiò Nahles, definendola una ”pentita in favore dell’opposizione”. Ma nel gennaio 2004, fu anche in seguito alle sue critiche che Schröder decise di gettare parzialmente la spugna, lasciando la presidenza del partito a Müntefering. Anche Nahles, come molti altri nella Spd, si è riconciliata con Schröder dopo la straordinaria campagna elettorale della scorsa estate. Ma non ha rinunciato a battersi per l’identità socialdemocratica. Candidandosi a segretario generale, ha voluto dar voce a chi teme di perdere l’anima nell’imminente coalizione con i conservatori. C’è riuscita. [...]» (Paolo Valentino, ”Corriere della Sera” 2/11/2005).