Varie, 2 novembre 2005
DE
DE SENA Luigi Nola (Napoli) 5 marzo 1943. Poliziotto. Ex vicario del capo della polizia Antonio Manganelli (2007-2008) • «[...] . In polizia dal 1968, sposato con tre figli, De Sena ha ricoperto incarichi delicati e importantissimi: nel 1981 era a capo della mobile di Roma, trasferito nel 1985 presso la Criminalpol ha diretto importanti operazioni antimafia in Sicilia. Poi è stato distaccato per un lungo periodo presso la presidenza del Consiglio. Nel 1996 è tornato alla Criminalpol con l’incarico di occuparsi del progetto sicurezza per il Giubileo del 2000. Poi nel luglio 2000 De Sena si occupa come direttore centrale dei servizi tecnico-logistici e della gestione patrimoniale del Dipartimento della pubblica sicurezza. Nel 2003 viene nominato vicecapo della Polizia e direttore della Criminalpol e dal novembre 2005, dopo l’omicidio Fortugno, va a Reggio Calabria come prefetto con incarichi speciali, quali il contrasto alla ”ndrangheta e l’attuazione del programma straordinario di intervento in Calabria [...]» (’Il Messaggero” 21/7/2007). «[...] La sua è stata una lunga carriera in Polizia, cominciata nel 1968. Nel 1977 arriva a Roma, dove nel 1981 dirige la Squadra mobile. Nel 1985 è alla Criminalpol e coordina diverse operazioni antimafia in Sicilia. Si occupa anche del progetto sicurezza per il Giubileo del 2000. Nel ”98, alle dipendenza di Gianni De Gennaro, lavora ai progetti comunitari sulla sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno. Nel 2003 viene nominato vice capo della Polizia e direttore della Criminalpol. [...]» (M. Io., ”Corriere della Sera” 29/10/2005). «[...] è stato [...] vicecapo della Polizia e direttore centrale della Criminalpol. [...] è un fine investigatore napoletano (è di Nola), ma il neosuperprefetto di Reggio Calabria nominato all’indomani dell’omicidio Fortugno, non ha per nulla l’aria burbera di altri prefetti di ferro di un tempo passato. Non batte i pugni sul tavolo, non chiede altri poteri straordinari, non invoca la militarizzazione del territorio: ”Sarebbe un oltraggio nei confronti dei calabresi. E poi - spiega - l’orografia del territorio vanificherebbe l’efficacia di ogni presidio”. [...]» (Guido Ruotolo, ”La Stampa” 30/10/2005).