MACCHINA DEL TEMPO SETTEMBRE 2005, 31 ottobre 2005
AI DEPRESSI
Secondo gli studi del professor Timo Partonen, dell’Ospedale universitario di Helsinki, in Finlandia, un’ora di luce intensa come quella delle cime delle montagne migliora le condizioni dei pazienti colpiti da depressione invernale. Il ricercatore ha anche osservato che nelle persone sane un’ora di sole in alta quota aumenta la vitalità e il buonumore e abbassa i livelli di stress. La montagna fa bene in particolare a chi soffre di ansie stagionali. Meno indicata, invece, per chi è iperattivo, insonne, di natura irrequieta.
A CHI SOFFRE DI PATOLOGIE RESPIRATORIE
Il professor Kelkel, del servizio di Polmonologia di Chambery, ha osservato in montagna un minor numero di casi di asma e di bronchiti. Secondo lui tutto ciò dipende dal basso inquinamento atmosferico. Con l’aria secca, inoltre, diminuisce lo sviluppo delle muffe, con grandi benefici per la salute dei polmoni.
AGLI ALLERGICI
Secondo i biologi dell’università Montpellier II, gli acari non sopportano l’abbassamento di pressione atmosferica e l’aria secca. Sin dagli 800 metri diminuiscono e verso i 1.500 metri non se ne trovano quasi più. Per questo le crisi allergiche, in alta quota, sono davvero molto rare.
AI CARDIOPATICI
Dopo aver subito un intervento al cuore, i convalescenti che fanno passeggiate sui sentieri di montagna recuperano più in fretta degli altri pazienti. Lo dice Pierre Josue della Federazione francese di trekking, che ha verificato che camminare tra i cinquecento e gli ottocento metri d’altitudine aiuta a potenziare il tono muscolare del cuore (le passeggiate in montagna, avvertono gli studiosi, vanno però svolte sotto stretto controllo medico).
La montagna non è adatta a chi invece soffre di palpitazioni cardiache: il clima montano, infatti, determina una accelerazione del metabolismo.