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 2005  ottobre 27 Giovedì calendario

« una situazione delicata e difficile. Ma ritengo di avere il dovere di essere onesto, di assumermi le mie responsabilità e dirlo per primo

« una situazione delicata e difficile. Ma ritengo di avere il dovere di essere onesto, di assumermi le mie responsabilità e dirlo per primo. Avendo informato, ovviamento, mia moglie». La ”situazione delicata e difficile” cui si riferisce Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta, Altezza Reale, 62 anni, da 18 sposato con Silvia Paternò di Spedalotto, 51, principessa e Altezza a sua volta, si dice in sette parole che nella casa di Meliciano, dimora di campagna vicino ad Arezzo, non vengono pronunciate mai. Eppure sono lì: Amedeo aspetta un figlio da un’altra. Mica facile ritrovarsi in salotto, io, lui, sua moglie Silvia. Che è qui, appunto, salda e con un sorriso velato che immagino sia lo stesso che ha offerto alle vittime di guerra ricoverate negli ospedali da campo di Bagdad e di Sarajevo, meritando una medaglia al merito della Croce Rossa. La responsabilità che il Duca si assume non è solo quella di riconoscere il bambino che nascerà, ma quella di parlarne pubblicamente per evitare che la vicenda venga strumentalizzata. Spiega: «Per rispetto verso tutti, non dirò il nome dell’altra persona, che è tra l’altro molto perbene e con la quale non ci sono attriti. Se vorrà, uscirà allo scoperto lei. Io, quello che dovevo dire l’ho detto». Duca, in verità, non ha detto ancora nulla. Amedeo «Ma gliel’ho detto al telefono!». Ridono tutti e due. Per quanto possibile. Che cosa la preoccupa adesso? La stampa scandalistica? Amedeo «In Italia non c’è il Daily Mail. Io forse voglio liberarmi di un peso che ho qua» (indica il petto). Essere a capo di una grande famiglia ha influito su questa decisione? Amedeo «Non ho pensato a questo. So che non ci faccio una bella figura. Tuttavia voglio essere il più corretto possibile e riconoscerò il bambino che nascerà tra qualche mese. La mia però è una confessione che credo liberi sia me, sia mia moglie». Lei, Silvia, ha perdonato. Ne è convinta? Silvia «Tra me e Amedeo c’è un legame forte, che non si è interrotto. Ci conosciamo dal 1975, abbiamo attraversato insieme momenti belli e brutti, ma sono stati trent’anni intensi». Amedeo «Pieni di tante cose: abbiamo girato l’Africa noi due soli su una Land Rover. Siamo stati al Polo Nord e ancora tante volte nel deserto». Quando si sono vissute insieme tante cose, è più facile o più difficile perdonare? Silvia «Più facile. Perché ne hai superate tante, non sei una di quelle coppie che divorzia davanti alla prima difficoltà. A vent’anni non avrei capito». Amedeo «Quando hai superato una certa collina, ci sono valori più forti di qualunque cosa possa sovrapporsi sul tuo cammino. La collina si costruisce raccontandosi tutto. Anche le cose spiacevoli. Anche quelle insignificanti. Si litiga per una finestra aperta, alla fine, ma la vita va affrontata come un mare o un deserto, andandoci in mezzo con umiltà. Io ho capito che spesso conosciamo l’altro, ma non noi stessi. Che possiamo fare cose che non ci saremmo mai aspettati». Lei in che modo ha fatto la sua scelta? Amedeo «Guardandomi indietro. Pensando anche a quello che avrebbero fatto mio padre, mio nonno, mio zio. Parlando subito con Silvia. Confrontandomi con due cugine, Maria Gabrielle e Maria Beatrice, che sono anche due care amiche». Vi spaventa il dopo? Amedeo « umano. Ma so che Silvia farà bene. Io non le farò richieste». Quando vi siete conosciuti, Amedeo era separato da Claudia di Francia e aveva tre figli piccoli affidati a lui. Lei, Silvia, prese tutto il pacco famiglia. Silvia «Ho avuto la ventura di innamorarmi di una persona con un passato. L’ho preso con amore». Amedeo «Silvia è stata brava. Oggi i ragazzi, Bianca, Aimone e Mafalda, hanno 39, 38 e 36 anni. Bianca e Mafalda sono madri, Aimone sta per sposare Olga di Grecia. Ho in tutto otto nipoti. Io ho sempre creduto nella teoria secondo cui non si può essere amici dei propri figli finché non sono genitori anche loro. Sono stato fortunato perché pur essendo, il nostro, il ramo cadetto e quindi trasgressivo della famiglia, i miei figli non hanno conosciuto né droga, né grandi trasgressioni. Finora penso di aver fatto bene. Spero che capiranno anche stavolta». Aimone vi accompagnò anche al Polo Nord. ancora inpiedi il progetto di raggiungere il Polo Sud? Amedeo «Sicuro» Silvia «Però sarà per Natale dell’anno prossimo» Claudia Morvillo