MACCHINA DEL TEMPO SETTEMBRE 2005, 31 ottobre 2005
La nostra lettrice romana Fulvia Maria Caprioli racconta un curioso episodio riferitole dal padre Francesco, classe 1912 e scomparso nel 1974
La nostra lettrice romana Fulvia Maria Caprioli racconta un curioso episodio riferitole dal padre Francesco, classe 1912 e scomparso nel 1974. I fatti si sono svolti a Mompeo, paese in provincia di Rieti, durante la Seconda guerra mondiale, tra il 1944 e il 1945. «In quel periodo, i tedeschi avevano occupato l’Italia centrale e quindi anche il Lazio, mentre al Nord, i fascisti avevano creato la Repubblica sociale. A Rieti c’era un comando tedesco e tutte le zone intorno erano controllate dai nazifascisti, mentre sulle montagne c’erano i partigiani. In questo contesto, e pur sapendo che rischiavano la vita, mio padre e mia madre ospitarono in casa, a Mompeo, alcuni ufficiali inglesi e americani e un ebreo. I miei mi raccontavano che in casa c’era un apparecchio radio, da dove, quasi tutte le sere, ascoltavano Radio Londra. In cambio dell’ospitalità, gli inglesi e gli americani regalavano ai miei scatolette di carne, cioccolato e, soprattutto, tabacco. Con il tempo, si era creato tra loro un clima cordiale e simpatico. Mio padre era un artista (disegnatore di Topolino e de Il Vittorioso), antimilitarista e un convinto seguace della dottrina tolstojana e del pensiero buddista. In paese tutti, anche i fascisti, sapevano che in casa dei miei si nascondevano inglesi, americani e perfino un ebreo, ma nessuno pensò mai di denunciarli. Per tutto il tempo che gli ospiti rimasero in casa, mio padre gli fece diversi ritratti. Alcuni glieli regalò, come ricordo, mentre altri li conservò tra i suoi disegni e sono questi che vi invio, eseguiti sia a china, sia a matita. Credo che sia un episodio che testimonia di come molti italiani in tempo di guerra abbiano saputo rischiare la vita per aiutare il prossimo».