MACCHINA DEL TEMPO SETTEMBRE 2005, 31 ottobre 2005
Il caso-Genoa che ha tenuto banco questa estate è l’ultimo di una serie di scandali che, nel calcio italiano, è iniziata nel 1927, quando il Torino si vide addirittura revocare lo scudetto per il caso-Allemandi, il terzino della Juve che sarebbe stato corrotto per vincere un derby decisivo
Il caso-Genoa che ha tenuto banco questa estate è l’ultimo di una serie di scandali che, nel calcio italiano, è iniziata nel 1927, quando il Torino si vide addirittura revocare lo scudetto per il caso-Allemandi, il terzino della Juve che sarebbe stato corrotto per vincere un derby decisivo. Nel 1955 furono retrocesse a tavolino Udinese (era arrivata seconda!) e Catania per aver truccato delle partite, anche se nel caso dei friulani si parlava di un incontro con la Pro Patria di due anni prima: stesso provvedimento nel 1958 nei confronti dell’Atalanta (poi riabilitata, ma era ormai tardi per disputare lo spareggio-salvezza cui aveva diritto) e nel 1974 per Verona e Foggia, prima del clamoroso caso del 1980. In un giro partito dal negozio (di ”Truffa e verdura”, come qualcuno lo chiamò) di due scommettitori, Trinca e Cruciani, vennero coinvolte parecchie squadre: Milan e Lazio furono mandate in serie B, Avellino, Bologna e Perugia partirono nel campionato successivo da meno 5, presidenti e giocatori coinvolti passarono qualche giorno in galera, fra gli squalificati anche Rossi e Giordano che non poterono disputare gli Europei. Paolo Rossi fece in tempo, dopo due anni di stop, a vincere i Mondiali del 1982, che portarono a un’amnistia. Altri casi minori per partite ”aggiustate” (o tentativi di) hanno portato poi negli anni 80 a penalizzazioni per Udinese, Empoli e ancora per la Lazio, partita da -9 in serie B nel 1986/87 e salvatasi solo agli spareggi dalla retrocessione in C1.