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 2005  ottobre 31 Lunedì calendario

Chi non ha mai raccolto una conchiglia lungo la battigia, sognando di portare a casa un pezzetto di mare e conservare un souvenir naturale delle vacanze estive che stanno finendo? Abbandonate sulla riva dalle onde, incastonate tra gli scogli o insabbiate nei fondali, le conchiglie hanno sempre esercitato un forte fascino per la varietà di forme e di colori che sono in grado di esibire

Chi non ha mai raccolto una conchiglia lungo la battigia, sognando di portare a casa un pezzetto di mare e conservare un souvenir naturale delle vacanze estive che stanno finendo? Abbandonate sulla riva dalle onde, incastonate tra gli scogli o insabbiate nei fondali, le conchiglie hanno sempre esercitato un forte fascino per la varietà di forme e di colori che sono in grado di esibire. Tanto che, sin dall’antichità, oltre a rappresentare una risorsa alimentare, sono state utilizzate come oggetto ornamentale e decorativo, nella fabbricazione di amuleti e monili, nella costruzione di utensili, ma anche nei riti religiosi delle antiche tribù. E come non pensare ai Fenici che, su alcuni Murici (tra cui il Truncuariopsis trunculus e il Bolinus brandaris), avevano fondato un vero e proprio impero commerciale. Da questi animaletti nasceva infatti la porpora. Da una ghiandola sotto il mantello del mollusco è secreta una sostanza biancastra che, a contatto con la luce e l’aria, assume una colorazione che va dal rosso al viola: la porpora, appunto. Per ottenere la quantità di porpora necessaria per la tintura di vesti o tuniche, occorrevano migliaia di esemplari. Possedere una veste di tale colore era simbolo di smisurata ricchezza e di massimo potere. Le uniche persone che se lo potevano permettere, ai tempi dei Romani, erano i generali vittoriosi in guerra e gli imperatori. Ancor oggi, la bellezza senza tempo delle conchiglie si presta bene a impreziosire collane e bracciali o a regalare un tocco esotico all’arredamento di casa. Qual è il segreto di quello che l’occhio umano percepisce come canone di bellezza estetica? La perfezione architettonica dei gusci di rivestimento dei molluschi di mare risiede nella simmetria delle loro forme. Che siano piramidali, coniche o spiraleggianti, a una o due valve, lisce o scanalate, le conchiglie sono spesso l’espressione dei concetti di proporzione e di armonia studiati già dai matematici dell’antica Grecia. Proprio così: oltre a collezionisti e bagnanti, l’aspetto delle conchiglie non ha mancato di affascinare anche matematici e scienziati, che hanno tradotto in formule, altrettanto eleganti, le linee e le curve disegnate dalle conchiglie. Ma come fanno i molluschi che vivono all’interno delle conchiglie a costruirsi uno scheletro di rivestimento esterno dalle forme così armoniche, dalle decorazioni così suggestive e dalle colorazioni così pittoresche? A dispetto dell’enorme varietà di esemplari (al mondo ne esistono oltre 100 mila specie differenti), il processo di formazione delle conchiglie è essenzialmente identico per tutti i molluschi. Nella regione dorsale del mollusco vi sono ghiandole che provvedono, sin dallo stadio embrionale, a costruire la conchiglia, trasformando il calcio disciolto nell’acqua o nel terreno in carbonato di calcio. La simmetria architettonica è il risultato della strategia di accrescimento: i molluschi aumentano le dimensioni del guscio aggiungendo nuovo materiale a quello già esistente, ma conservando nella crescita la medesima forma. In altre parole, due conchiglie della stessa specie di età differenti hanno identiche forme in scale diverse. Questa tecnica di crescita è definita isometrica, cioè conserva le proporzioni tra le misure all’aumentare delle dimensioni. Perché i molluschi adottano proprio questa modalità di accrescimento? Hanno forse idea delle leggi matematiche che vi soggiaciono? Certo che no, ovviamente. La ragione, come spesso accade in natura, è essenzialmente pratica. Così facendo, i molluschi riescono a crescere all’interno del guscio mantenendo inalterate le proporzioni tra le parti del corpo. Prendiamo l’esempio del Nautilus, un mollusco che vive nelle acque del Pacifico orientale e che appartiene alla classe dei cefalopodi, la medesima delle seppie e dei calamari. La sua forma è del tutto simile a una spirale logaritmica, una figura geometrica che la natura sembra apprezzare particolarmente, perché se ne trova traccia non solo in alcune conchiglie, ma anche nelle galassie stellari, negli uragani, nella disposizione dei semi in un girasole. La caratteristica di questa curva è mantenere invariate forma e dimensioni: è costruita, infatti, in modo tale che, se partendo dal polo si percorrono angoli uguali, le distanze dal polo saranno in rapporti uguali tra di loro. La spirale logaritmica ci riporta indietro alla matematica dei Pitagorici che, alcuni secoli prima di Cristo, avevano individuato nella sezione aurea l’essenza della proporzione tra due segmenti. La definizione classica è semplice: dato un segmento, la sua sezione aurea è il segmento medio proporzionale tra l’intero segmento e la parte rimanente, ovvero, le due parti in cui è diviso il segmento stanno tra loro come la maggiore sta al segmento intero. Il rapporto tra il segmento e la sua sezione aurea è un numero costante, che non dipende dalla misura del segmento e fu definito il ”numero d’oro”. Che cosa c’entra questo con la conchiglia del Nautilus? C’entra, perché la spirale logaritmica deve la sua armonia proprio al numero d’oro. Infatti è costruita attraverso una serie di rettangoli aurei, i cui lati sono in rapporto aureo. Ed è questo il motivo di tanta perfezione estetica. La spirale del Nautilus è divisa internamente in numerose camere via via sempre più grandi, di cui l’animaletto occupa l’ultima. Può così crescere in un guscio rigido senza cambiare forma. Il numero aureo è presente anche nelle stelle marine, animali invertebrati caratterizzati da una simmetria pentaraggiata: una stella le cui cinque punte disegnano gli spigoli di un ideale pentagono regolare. Anche qui è possibile riscontrare rapporti aurei tra un lato e una sua diagonale, come pure tra i segmenti formati dall’intersezione di due diagonali. Ma non ci sono soltanto spirali. Le conchiglie di due valve, per esempio, sono simmetriche e speculari nelle due facce. E la simmetria torna a predominare anche nelle conchiglie sferiche, piramidali o coniche. Per quasi ogni conchiglia, almeno quelle più regolari, potremmo trovare l’equazione matematica o la legge geometrica che la descrive. Non solo quindi oggetti da collezionare. Le conchiglie sono anche spettacolari modelli di geometria che la natura ci mette in mostra.