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 2005  ottobre 31 Lunedì calendario

I nuovi telescopi a terra (vedi pagina 40) non bastano per esaurire la sete di conoscenza della moderna astronomia

I nuovi telescopi a terra (vedi pagina 40) non bastano per esaurire la sete di conoscenza della moderna astronomia. Una flotta di sonde - da qui ai prossimi 10 anni - si prepara infatti a partire per la ricerca di nuovi pianeti. Ecco le missioni in partenza nei prossimi anni. Alcune avranno strumenti ancora in stadio di progettazione. Corot - 2006 • Creata dall’Agenzia spaziale francese con la collaborazione di quella europea (Esa) e di altre organizzazioni internazionali, la missione - che partirà il prossimo anno - ha tra i suoi obiettivi anche la ricerca di occultazioni stellari (vedi articolo principale). «I pianeti simili alla Terra», commenta Raffaele Gratton, «sono davvero al limite delle sue capacità, ma potrebbe farcela». Kepler - 2008 • La Nasa prevede di lanciare nel 2008 questa sonda che, una volta entrata in un’orbita attorno al Sole, cercherà specificamente le occultazioni di 100.000 stelle situate in una precisa zona del cielo. «In questo caso», dice lo scienziato italiano dell’Istituto d’astrofisica di Padova, «si punta direttamente a cercare pianeti di tipo terrestre. E le osservazioni si protrarranno per anni. Si troveranno senz’altro dei candidati, ma sarà difficile avere informazioni complete». Darwin - 2015 • In fase di studio da parte dell’Esa, si spera di lanciarla nel 2015. Si piazzerà tra Marte e Giove e sarà formata da sei telescopi che lavoreranno tutti assieme, usando il metodo dell’interferometria per studiare 500-1.000 stelle vicine. Darwin ci potrà dire non solo se ci sono pianeti come la Terra ma anche - attraverso la ricerca di ozono e clorofilla - se la vita è già nata su alcuni di essi. TPF - 2015 • Tpf, ossia Terrestrial planet finder, è la futura impresa Nasa. L’ente spaziale ha diviso questa missione in due, scegliendo gli approcci più promettenti. Ci saranno infatti la TPF-C, che sarà dotata di un telescopio con coronografo, e la TPF-I, che si baserà sull’interferometria. Quest’ultima sarà simile a Darwin. «Spero» commenta Fridlund «che sorga una cooperazione tra le due agenzie spaziali».