MACCHINA DEL TEMPO SETTEMBRE 2005, 28 ottobre 2005
Sebastiano Tusa è il responsabile della prima Soprintendenza del Mare d’Italia, nata lo scorso anno in Sicilia
Sebastiano Tusa è il responsabile della prima Soprintendenza del Mare d’Italia, nata lo scorso anno in Sicilia. Gli obiettivi sono chiari e vasti: tutelare ogni aspetto del rapporto culturale e ambientale tra uomo e mare. «I tesori sommersi nel Mediterraneo sono soltanto uno dei nostri interessi», afferma. «Anche se a molti sembreranno l’argomento più suggestivo. La tutela dei beni che giacciono nei nostri mari è importante, soprattutto da un punto di vista storico e culturale. Noi stiamo mappando tutto ciò che esiste sott’acqua attorno alle 12 miglia marine della Sicilia, le cosiddette acque territoriali». «Inoltre», prosegue, «stiamo lavorando per un progetto sperimentale: collocare telecamere presso i relitti più interessanti. I musei archeologici d’Italia potranno collegarsi e proiettare in tempo reale nelle loro sale le immagini di navi antiche sommerse». A proposito di navi antiche, qual è il sogno proibito di un archeologo subacqueo? Esiste un tesoro mitico? «Sì, almeno per me», conclude Tusa. «Vorrei trovare una nave che partì da Cartagine verso la Sicilia. Riportava in patria i beni depredati dai Cartaginesi e recuperati da Scipione. Naufragò nel canale di Sicilia, verso il 200 a.C. I tesori che trasportava dovevano essere davvero enormi».