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 2005  ottobre 28 Venerdì calendario

Come una cometa: il 1° febbraio 2003, durante la fase del rientro, lo Space Shuttle Columbia (missione Sts-107) si disintegrò nei cieli del Texas

Come una cometa: il 1° febbraio 2003, durante la fase del rientro, lo Space Shuttle Columbia (missione Sts-107) si disintegrò nei cieli del Texas. Tutti e sette gli astronauti a bordo morirono. Fu la seconda volta che uno Shuttle veniva perduto durante una missione: la prima coinvolse il Challenger nel 1986. Anche in quel caso, morirono tutti i membri dell’equipaggio. La vicenda del Columbia cominciò subito con il piede sbagliato. Dalla sua data di lancio originale (11 gennaio 2001) a quella effettiva (16 gennaio 2003), la missione Sts-107 fu ritardata ben tredici volte nel corso dei due anni: nonostante fosse programmata come la 107° missione, di fatto fu la 113°. La partenza, che fu ai tempi ben pubblicizzata, fu ritardata anche a causa di alcuni malfunzionamenti del sistema di propulsione, capitati un mese prima del 19 luglio 2002 (un’altra data di lancio programmata), ma la commissione d’indagine determinò che tale problema non ebbe nulla a che vedere con la catastrofe. Sei mesi più tardi, la navetta finalmente decollò. Esiste un filmato del decollo, accuratamente ispezionato già due ore dopo il lancio: non si notò nulla di anormale. Il giorno dopo, un secondo filmato ad altissima risoluzione, elaborato durante la notte, rivelò che un pezzo di schiuma isolante era caduto dal serbatoio esterno 81,9 secondi dopo il lancio. Il detrito si era scontrato contro l’ala sinistra della navicella, vicino ai pannelli Rcc dal 5 al 9. Ma neppure quest’evento fu considerato determinante dalle commissioni. Il ritorno non fu certo nella norma, nonostante l’orbita e il rientro nell’atmosfera apparissero del tutto normali ai controllori di volo. Il Columbia avrebbe dovuto toccare terra alle 9,16 ora locale, ore 15,16 in Italia. Invece esplose improvvisamente. All’inizio si pensò addirittura a un attentato, poiché a bordo c’era anche il primo astronauta israeliano, Ilan Ramon. Ci fu chi pensò a un impatto con il detrito di qualche vecchio satellite artificiale. Non mancarono coloro che pensarono agli Ufo, forti del fatto che - pochi giorni dopo la tragedia - il presidente George W. Bush stanziò oltre 3 miliardi di dollari per la ricerca extraterrestre.