MACCHINA DEL TEMPO OTTOBRE 2005, 28 ottobre 2005
ll morbo di Alzheimer, che rappresenta il 60 per cento di tutte le demenze, prende il nome da Alois Alzheimer (1864-1915), neurologo attivo a Heidelberg e poi a Monaco, che tra il 1907 e il 1911 ne descrisse le principali caratteristiche microscopiche cerebrali
ll morbo di Alzheimer, che rappresenta il 60 per cento di tutte le demenze, prende il nome da Alois Alzheimer (1864-1915), neurologo attivo a Heidelberg e poi a Monaco, che tra il 1907 e il 1911 ne descrisse le principali caratteristiche microscopiche cerebrali. La malattia è un processo degenerativo del cervello, che provoca un declino progressivo e globale delle funzioni intellettive, associato a un deterioramento della personalità e della vita di relazione. Progressivamente l’ammalato perde l’autonomia nell’esecuzione delle azioni quotidiane e diventa del tutto dipendente dagli altri. La patologia coglie in modo conclamato circa il 5 per cento delle persone con 60 o più anni: in Italia si stimano all’incirca 500.000 ammalati. I sintomi possono essere: perdita significativa della memoria (amnesia); cambiamenti di comportamento e alterazione della personalità; perdita d’iniziativa e d’interesse; problemi di linguaggio (afasia); confusione; perdita d’orientamento nello spazio e nel tempo; incapacità a riconoscere persone, cose e luoghi (agnosia). una malattia della persona e della sua rete familiare e sociale che comporta gravi danni psichici, fisici e sociali. Dura molto a lungo, in media un decennio; muta e s’aggrava con il passare del tempo, imponendo di cambiare continuamente comportamenti e cure dal punto di vista cognitivo, comportamentale e fisico.