MACCHINA DEL TEMPO OTTOBRE 2005, 27 ottobre 2005
Abbiamo avuto un’estate calda, ma non caldissima come alcuni meteorologi a caccia di sensazionalismi avevano prospettato», afferma Luca Mercalli, noto al grande pubblico grazie alla trasmissione di Fabio Fazio, ”Che tempo fa”, in onda su Rai3
Abbiamo avuto un’estate calda, ma non caldissima come alcuni meteorologi a caccia di sensazionalismi avevano prospettato», afferma Luca Mercalli, noto al grande pubblico grazie alla trasmissione di Fabio Fazio, ”Che tempo fa”, in onda su Rai3. «Ciò dimostra ancora una volta che le previsioni a lunga scadenza sono impossibili. La meteorologia è una scienza complessa che studia fenomeni altrettanto complessi, dove le variabili in gioco sono tante e imprevedibili. Chi azzarda facili vaticini, finisce sempre per commettere errori marchiani». Nonostante il robusto avvertimento, ci azzardiamo a porre – sia a Mercalli, sia al colonnello Mario Giuliacci - la domanda proibita: che tempo farà quest’autunno-inverno? «Sono perfettamente d’accordo con il mio collega», comincia Giuliacci. «Fare previsioni a lungo termine è davvero difficilissimo, se non addirittura impossibile. Però è forse possibile – a grandi linee e con un’altissima possibilità di sbagliare – tentare un ragionamento non proprio matematico, ma con qualche fondo di verità scientifica». «Insomma, prevedere a lungo termine non è attualmente possibile, al giorno d’oggi», prosegue il colonnello. «Però si può estrapolare una previsione climatica seguendo l’andamento meteo degli ultimi 20-30 anni, per vedere se vi sono state anomalie ricorrenti. Guardando tali statistiche, si nota che da anni settembre è diventato il prolungamento dell’estate, mentre la piovosità si è spostata verso novembre, con sconfini decembrini. Però, negli ultimi tempi, l’autunno è diventato più piovoso, almeno il 20 per cento in più negli ultimi 15 anni. Al contrario, le precipitazioni nevose sono diminuite un po’ ovunque, e spesso interessano soltanto le zone che si trovano oltre i 2.000 metri». Che cosa può comportare quest’andamento climatico? «Un autunno e un inverno più piovosi ingigantiscono il rischio d’eventi alluvionali. Anche questo è un dato statistico. Se consideriamo che nell’ultimo secolo abbiamo avuto sette grosse alluvioni, cinque sono giunte negli ultimi dieci anni. E questo vuol senz’altro dire qualcosa». «Piuttosto che esser incantati da previsioni a lungo termine o terrorizzati dal falso spauracchio d’uragani nel Mediterraneo», commenta invece Mercalli, «Non sarebbe male che la gente si preoccupasse dei mille segnali di cambiamento che si stanno da qualche tempo verificando nel nostro clima. Perché è un dato di fatto che la temperatura stia progressivamente aumentando. Ciò che è più grave, è che nessuno sa con certezza quale effetto avrà sul nostro Paese. Perché una situazione simile, alle nostre latitudini e in una zona con le nostre caratteristiche geofisiche, non è mai stata né vista né tanto meno studiata. Tutti gli studiosi hanno occhi e orecchie puntati su tale fenomeno, sperando di capire dove ci porterà. La paura dei cicloni tropicali è priva di fondamento. Ma non è detto che non possano esserci fenomeni nuovi e mai riscontrati già nel prossimo futuro. Lo ripeto: studiare il poco conosciuto è la cosa più importante in questo momento. Per tutto il resto, invece, meglio accontentarsi delle previsioni a cinque giorni: le uniche con davvero una buona percentuale d’attendibilità».