MACCHINA DEL TEMPO OTTOBRE 2005, 27 ottobre 2005
L’uso di battezzare gli uragani nacque per consentire una migliore identificazione dei fenomeni, soprattutto quando nella stessa regione insistono più manifestazioni (come nel 2000 capitò con gli uragani gemelli Floyd e Gert): gli avvisi alla popolazione sono di più facile comprensione
L’uso di battezzare gli uragani nacque per consentire una migliore identificazione dei fenomeni, soprattutto quando nella stessa regione insistono più manifestazioni (come nel 2000 capitò con gli uragani gemelli Floyd e Gert): gli avvisi alla popolazione sono di più facile comprensione. Si cominciò a chiamare per nome gli uragani attorno al 1825, nelle zone caraibiche, dando alla tempesta il nome del santo del giorno. Negli Stati Uniti, invece, questa pratica giunse solo durante la Seconda guerra mondiale: l’idea di chiamarli con nomi di donna venne da un film tv di Walt Disney, ”A storm named Maria” (1951), tratto dal racconto ”Storm” (Tempesta) di George R. Stewart, pubblicato nel 1941: dal 1953 s’utilizzò il sistema nelle trasmissioni meteo. Fino al 1978, quindi, gli uragani avevano nomi soltanto femminili. In seguito, prima nel Pacifico nord orientale, poi nell’Atlantico e nel Golfo del Messico, si affiancarono anche quelli maschili. Tutti nomi sono raccolti in lunghe liste, che si ripetono di sei anni in sei anni. Una curiosità: quando un uragano è catastrofico, il suo nome è tolto dalla lista e sostituito con un altro. Non ci sarà più un’altra Katrina, ad esempio.